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23 Aprile 2024

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‘Ti vergogni dei figli disabili?‘ la porcheria di Roma 

di Gaetano Amatruda e Anna Adamo

La Pubblica Amministrazione ci ha, spesso, abituato al peggio. L’amministrazione Gualtieri, ci auguriamo intervenga con determinazione, si è superata.
Indicare con una crocetta, su un numero che va da zero a quattro, quanto si vergognino del proprio parente, figlio, disabile, è ciò che – di fatto – è stato chiesto dal Comune di Roma ai Caregiver che intendono presentare domanda per accedere ai fondi ad essi destinati.
Poche e semplici parole che portano con sé tutta l’indignazione possibile. Un questionario che racconta l’incapacità di chi dovrebbe garantire risultati e buone pratiche.
La più alta manifestazione dell’arretratezza culturale in cui, purtroppo, riversa il nostro Paese. Una vergogna senza paragoni. Una porcheria autentica.
Perché, si, in questa assurda storia a doversi vergognare non sono di certo i disabili, o le loro famiglie, ma chi, ponendo domande di questo tipo, non fa altro che mettere in risalto che la disabilità, quella vera, la quale poco ha a che fare con disturbi fisici e psichici, risieda proprio nell’incapacità di considerare la diversità una parte del mondo. Una parte del mondo di cui non c’è nulla da vergognarsi, anzi.
La parte più vera e profonda.

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