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3 Maggio 2024

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Sandra Bullock e la decisione di prendere una pausa dal cinema che la rende una donna come tante 


di Anna Adamo

Dopo “The Lost City” e “Bullet Train”, Sandra Bullock ha deciso di prendersi una pausa dal cinema.
Troppo “stanca ed esaurita” per continuare.
“Quando si parla di stampa, di stare in pubblico, di fare un servizio fotografico, mi sento raggrinzire. Crollo” ha dichiarato in un’intervista a Hollywood Reporter.
Sono parole che spiazzano, le sue. Sono le parole che nessuno avrebbe mai immaginato di sentir dire da una donna come lei.
Del resto, si deve essere folli e neanche poco, per decidere di mettere in standby una carriera come la sua.
Però, in questo caso c’è qualcosa che va oltre la carriera e l’ attrice conosciuta in tutto il mondo.
C’è l’ essere donna. Una donna come come tutte, per la precisione.
Si, è così che la Bullock va vista in questo caso, come una donna qualunque, una di noi, stanca di un successo che la rendeva insoddisfatta.
E non si dica che il suo sia il comportamento tipico di chi si lamenta del superfluo, perché si rischia di andare completamente fuori strada, dal momento che la sua è una decisione normale.
Una di quelle che dovremmo avere il coraggio di prendere tutti, quando ciò che facciamo non ci rende felici. Quando ci sentiamo insoddisfatti, poco valorizzati o ci accorgiamo di non poter fiorire come meritiamo, in certi contesti.
Ebbene si, dovremmo essere tutti un po’ come Sandra Bullock.
Per la nostra dignità, i nostri sacrifici.
Perché, di far si che qualcuno o qualcosa ci renda infelici non dovremmo permetterlo neanche per scherzo, in quanto è da qui che inizia il rispetto verso noi stessi, dalla capacità di mettere un punto a qualcosa che ci fa stare male.
E poco importa che quest’ultimo sia il lavoro più importante del mondo, se ci fa star male non è il lavoro adatto a noi.
Cambiare strada è legittimo, doveroso. Perciò, la Bullock, invece di giudicarla, dovremmo ringraziarla per aver avuto il coraggio di fare ciò che in tanti, soprattutto le donne vorrebbero fare, ma non fanno mai per paura o perché non ne hanno la possibilità.
Dovremmo ringraziarla per aver dimostrato a tutti che la propria felicità è più importante di un lavoro invidiato dal mondo intero, ma soprattutto che il valore di ciascuno di noi non è dato dal lavoro che facciamo, ma da quello che, a prescindere da quest’ultimo, siamo.

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