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26 Aprile 2024

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Dice di essere sola con una bambina piccola e non le affittano casa 


di Anna Adamo

Sono oltre cinquanta le richieste di affitto che nel corso dell’ultimo anno, telefonicamente o tramite messaggio, Jennifer Fossati ha avanzato a Firenze.
Quando sentono che è sola con una bambina piccola, dicono che le case non siano disponibili.
“Una volta – racconta la donna – ricordo di aver omesso, nella parte iniziale della telefonata, di avere una bambina e mi è stato risposto che la casa fosse disponibile, poi, appena ho detto di avere una figlia piccola, quella disponibilità è venuta a mancare.”
Una situazione assurda, dai tratti insostenibili che ha costretto Jennifer a chiedere ospitalità a varie amiche, ma se entro metà luglio nessuna casa le dovesse essere data in affitto, l’ ospitalità di cui ha goduto fino ad ora potrebbe non esserci più.
Una donna, una madre disperata che si è lasciata andare ad un luogo sfogo su Facebook, il cui problema, si è successivamente compreso, non è dato tanto dalla presenza della bambina, quanto dal fatto che non abbia un lavoro e neanche un marito.
“Purtroppo – ha scritto – molti proprietari non gradiscono la presenza della bambina e sto avendo tanta difficoltà a trovare un posto per noi. Convivevo con il mio ex compagno, che quando sono rimasta incinta ha deciso di lasciarci sole.”
Quella di Jennifer è una delicata vicenda personale la quale, purtroppo, si intreccia con qualcosa che di nuovo ha ben poco, ossia il mancato rinnovo, dopo essere entrata in maternità, di un contratto a tempo determinato nell’azienda in cui si occupava di assistenza clienti.
Come se non bastasse, la proprietaria della casa nella quale aveva vissuto fino a quel momento le disse che, una volta nata la bambina, avrebbe dovuto lasciare l’ appartamento, perché aveva paura di non riaverlo più indietro.
Ebbene si, questa madre non ha più una casa a causa di un lavoro che non c’è, di chi conferisce importanza ai pregiudizi che ancora oggi ruotano intorno alle mamme single.
Un’ ingiustizia figlia di un’ arretratezza culturale dinanzi alla quale ogni parola diventa superflua.
In balia della disperazione ci sono una donna ormai privata della dignità e una bambina che non può e non deve essere privata dell’infanzia.
É doveroso agire prima che sia troppo tardi per restituire a Jennifer e sua figlia la dignità che meritano, di cui sono state ingiustamente private.

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