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26 Aprile 2024

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“Nude allo specchio”, ecco Stefania Colicelli, la scuola come missione interiore

Di Felice Massimo De Falco

Un passato da archeologa, un presente da Dirigente scolastico in uno dei quartieri più difficili di Napoli. Ma in un quartiere difficile é nata e cresciuta. Secondigliano, la Secondigliano del post terremoto, segnata dalle ferite di uno sviluppo urbanistico disordinato, che sovrapponeva alle antiche dimore gentilizie le costruzioni di edilizia popolare prive di ogni servizio, alterando per sempre il volto di una delle zone più rigogliose dell’entroterra napoletano.
Crescere in un quartiere periferico a volte può essere una fortuna, ti porti dentro la voglia di riscatto, la consapevolezza che senza la tua azione nulla potrà cambiare, ti porti dentro il rabbioso desiderio di normalità.
Eppure, nonostante il quartiere non offrisse nulla, il tessuto sano delle famiglie storiche ha consentito a lei e ad altri di costruire un percorso che li ha portati, a volte lontano, in città diverse, ma con dentro il cuore solo un pensiero, tornare per cambiare le cose, per dare ai giovani di Napoli quelle opportunità che noi abbiamo strappato con i denti.
Fin da ragazza, ha cercato di fare le cose perbene, con impegno: laureata in Lettere Classiche alla Federico II con il massimo dei voti, guida turistica, archeologa, docente, in tutta Italia, in ogni settore portando avanti sempre le sue idee: vivere nella legalità, in una società che persegue la pace, combattendo ogni forma di violenza. Quando ha vinto il concorso da dirigente scolastica, da amministratore, ha imparato a sfruttare fino all’ultimo euro le risorse pubbliche per i suoi ragazzi, aprendo la scuola alla città, riscrivendo le regole, offrendo organizzazione e opportunità a chi ne cercasse. Guarda al futuro dei giovani come guarda oggi a quello di Napoli, che vede come una grande aula di gente perbene cui offrire risposte e con cui collaborare, come fa da anni nelle scuole in cui ha lavorato, con docenti, personale e studenti.
Oggi che dirige la “Ristori” di Forcella, con il plesso intitolato ad Annalisa Durante, la bambina uccisa in un raid di camorra che oggi avrebbe 30 anni si sente un grande onore e un immenso onere. É soddisfatta del cammino compiuto, del mondo che é riuscita ad esplorare, combatte ogni giorno per dare ai suoi alunni quel diritto che nessuno Stato deve negare, il diritto all’istruzione, che per lei significa diritto alla libertà. Libertà di dire “no” in una terra che ha fatto dei suoi figli più piccoli soldati della Camorra. Solo costruendo coscienze e teste pensanti, si possono contrastare le lusinghe di un guadagno troppo spesso facile e a portata di mano.
Ecco perché oggi, dopo aver vissuto esperienze importanti in scuole in altre città e in altrettante realtà di trincea, a Imperia, a Roma, a Casoria, dopo aver portato le sue battaglie sulla legalità in posti dove qualcuno storceva il naso quando si trovava davanti una donna rigorosa e inflessibile per il solo fatto di essere napoletana, ha deciso di puntare più in alto per dare il mio contributo a chi questa città è chiamato a governarla.

Stefania si mette “a nudo” per noi

  • Quali difficoltà ancora incontra nella gestione della scuola che dirige?

Dirigo un istituto comprensivo nel centro storico di Napoli. Pradossalmente vivo gli stessi disagi di una scuola di periferia, un territorio patrimonio dell’Unesco in cui per anni i servizi sono stati carenti, in perenne attesa di una rinascita che parta dalla bellezza del luogo. Il tessuto sociale è molto variegato tra immigrati di nuova generazione e famiglie storiche e, quindi, sono consapevole di che ruolo centrale abbia la scuola nella vita dei miei ragazzi. Cerco di intercettare i loro bisogni e con grandi sforzi di venire incontro alle loro esigenze. Diciamo che ci vorrebbe più Stato.

  • Come si scaccia l’odore di camorra dalle aule?

La Ristori è una fucina di idee e attività che riempiono la giornata degli alunni. La Camorra attraversa le aule di tutte le scuole napoletane, non solo di una scuola di Forcella. La differenza è che qui c’è una gran voglia di riscatto. Grazie alla rete costruita con le associazioni del territorio stiamo elaborando un grande progetto per far diventare il quartiere un grande laboratorio di idee e una grande palestra di legalità e cittadinanza attiva. La Camorra si contrasta creando opportunità per i ragazzi, a Forcella ci stiamo provando

  • Qual é stato il caso più complesso che ha dovuto affrontare e si é risolto a lieto fine?

Sicuramente un caso di autolesionismo di un’adolescente. Grazie all’aiuto dei docenti siamo riusciti ad entrare nel mondo devastato di questa giovane e spingerla a chiedere aiuto a personale specializzato. La famiglia, la scuola hanno interagito e creato intorno alla ragazza le condizioni per arrivare alla risoluzione di un problema di accettazione di sé che poteva avere conseguenze terribili. Non dimentichiamo che i nostri figli trascorrono più tempo a scuola che con noi. Bisogna saperli osservare se vogliamo aiutarli, soprattutto, in questo momento così difficile per tutti

  • Quali risultati positivi può vantare da quando lavora a Napoli?

Napoli l’ho portata con me ovunque sono andata. Lavorare qui mi ha consentito di seguire le mie inclinazioni, valorizzare la vivacità e la flessibilità per creare occasioni di incontro e di formazione. Insegnare la bellezza dei gesti e delle parole attraverso l’arte utilizzando tutte le strategie didattiche innovative per formare sin dall’infanzia  i miei alunni. Le iniziative sono state e sono tantissime. Dal progetto su Depero all’I.C. Palizzi di Casoria fino al Dante a Forcella, percorsi non convenzionali di istruzione.

  • Si sente appoggiata dalla politica?

La politica fa parte della mia vita da sempre. Sono stata anche candidata alle lezioni del Consiglio comunale e credo molto nel progetto del nostro sindaco Manfredi. In questo momento posso dire che la politica, almeno per quanto mi riguarda, non è lontana. Certo, bisogna riprendersi la fiducia dei cittadini. Questo è il compito più difficile per tutti.

  • Cos’é la normalità in una città come Napoli?

Il concetto stesso di normalità e in contrasto con una città in cui straordinarietà è ordinarietà. Credo che in questo momento storico nulla si possa definire a Napoli normale

  • C’é sessismo nel mondo della scuola? Assolutamente no. La maggior parte del corpo docente e anche dirigente è costituito da donne. I pochi uomini che lavorano con noi ci consentono di rimanere in equilibrio.
  • Cos’é la femminilità alla sua età?

Oggi per me la femminilità è cura di è e maturità. La bellezza non si sottrae al tempo che passa ma l’amore di sé può fare la differenza

  • É soddisfatta della classe politica che abbiamo?

Viviamo un momento di transizione, dai grandi leader si è passati ad un’assenza di figure carismatiche. L’elezione del Presidente lo dimostra. Diciamo che sono fiduciosa per il futuro

  • L’epidemia ha messo in difficoltà anche il mondo degli alunni: quali conseguenze si avranno?

Le conseguenze della pandemia si colgono già. La modalità di apprendimento è cambiata. I ragazzi sono confusi, eternamente divisi tra cattedra e schermo, sintesi e analisi di una realtà che fa paura. Se si pensa solo all’assenza di fisicità che ha caratterizzato la vita dei bambini e degli adolescenti. Già si colgono segnali di anaffettività e di insofferenza. Anche la gestione del corpo nello spazio è cambiata nelle aule dove vigono rigidi protocolli di sicurezza. Diciamo che dobbiamo impegnarci tutti per restituire a questa generazione due anni di vita.

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