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30 Aprile 2024

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“Di Maio l’antirusso. Ma chi ci crede?”

Il dovere di un buon osservatore è quello di osservare tutto. Non è facile, ma bisogna provarci.

Soprattutto perché la quantità di notizie oramai è enorme e si rischia di vedersi sfuggire sotta al naso degli invitanti bocconcini.

Ebbene, in questo periodo storico in cui chiunque ha qualcosa da insegnare, capita di leggere Di Maio che dice: “a me piange il cuore nel vedere che a Mosca Medvedev brindava ed era contento perché gli era stata servita la testa di Draghi su un piatto d’argento”.

La crociata antirussa è una novità degli ultimi mesi politici di Giggino, più o meno da quando si è visto sfilare da sotto al naso il M5S da un Giuseppe Conte qualsiasi. Così, il pomiglianese dall’accento che continua ad essere marcato nonostante i tanti anni nella capitale, ha deciso di cambiare rotta.

Nessuno che gli faccia mai notare quando nel 2018 si batteva insieme al suo compagno Salvini e al Premier di allora Conte per l’eliminazione delle sanzioni alla Russia. Le sanzioni dell’Unione Europea erano seguite all’annessione da parte di Putin della Crimea, territorio in precedenza ucraino.

Guarda un po’.

Corsi e ricorsi storici. Di Maio si barcamena, ora qua e ora là, a seconda di dove ci sono più voti da racimolare.

Nessuno chiede conto a Di Maio della sua voglia di equidistanza – da candidato Premier nel 2018 – tra Stati Uniti e Russia.

Siamo un Paese che non sa più fare domande e si accontenta scioccamente e passivamente di risposta standardizzate e preconfezionate.

Quindi non stupiamoci se oggi Luigi Di Maio abbia il coraggio di dare a noialtri lezioni su come trattare la Russia.

Magari un giorno lo farà anche Salvini. Ovviamente Salvini le lezioni ce le darà a pagamento. 49 milioni ognuna.

Un osservatore attento

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