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29 Aprile 2024

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Giorgetti: “Non mollo, c’è fiducia”

“Fino a quando la maggioranza sosterrà la mia impostazione su progetti seri, credibili e sostenibili non vedo perchè lasciare. Come ho già detto, l’opposizione ha tutto il diritto di dare suggerimenti, anche graditi, poi però decido io”. Lo dice il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti a Il Giornale, intervenendo dopo le polemiche sulla mancata ratifica del Mes e le richieste di dimissioni che arrivano dalle opposizioni.

In merito alla scelta del suo partito di non ratificare il Fondo Salva Stati, Giorgetti ricorda che “la Lega ha sempre detto che era contraria. Dunque, è questione di coerenza. Ciò che appare improprio per un membro dell’Unione è che dopo aver preso un impegno di ratifica, al momento di firmare si tira indietro. Ma ribadisco, a quel punto la questione non era più economica bensì politica”. “Capisco l’irritazione dei partner per la bocciatura, anche se sapevano da tempo che questa possibilità era tutt’altro che remota – prosegue -. Però ricordo che anche il governo Draghi si era rifiutato di presentare il Mes in Parlamento, rinviandone l’esame. Perlomeno noi al voto ci siamo arrivati. Un punto alla fine è stato messo. Come ministero dell’Economia abbiamo sempre sostenuto che una cintura in più attorno al sistema bancario è la benvenuta. Ma il Mes è uno strumento come altri, dunque, niente più che una delle possibili soluzioni al problema vero, che è il debito. Non credo che l’Europa senza il Mes in versione salva-banche corra seriamente rischi di stabilità”. Sul Patto di Stabilità, dopo l’accordo raggiunto con Parigi e Berlino, Giorgetti spiega che ci sono cose buone e meno buone. “Al netto del contenuto positivo relativo al Pnrr, un’Europa che ha l’ambizione di sedere al vertice del sistema geopolitico, di disporre di un proprio esercito, di puntare seriamente alla transizione energetica, non può ignorare che tutto questo implica grandi investimenti pubblici – precisa -. Sarebbe come dire che vogliamo andare sulla Luna con il deltaplano. Le scelte devono essere coerenti con le ambizioni e i mezzi adatti a perseguirle. Ecco le cose che a mio avviso sono meno buone”. Il punto, secondo il ministro dell’Economia, “è che in tanti vivono ancora dell’allucinazione pandemica, quando non c’erano regole sul debito e i tassi erano a zero o addirittura negativi – argomenta – . Oggi la realtà è un’altra. I tassi sono volati e fare debito a ripetizione non è più possibile. Soprattutto bisogna capire che il confronto va fatto non con la fase pandemica, ma con il vecchio Patto di Stabilità”.

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