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29 Aprile 2024

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Papa Fracesco preoccupato dalla “rigidita’ dei nuovi sacerdoti”

Papa Fracesco preoccupato dalla “rigidita’ dei nuovi sacerdoti“. In una intervista esclusiva, rilasciata prima del suo viaggio in Portogallo, alla rivista cattolica spagnola Vida Nueva, il Pontefice ha sottolineato che la rigidita’ e’ un “brutto sintomo della vita interiore”. “Il pastore non puo’ permettersi di essere rigido. Il pastore deve essere a disposizione per qualsiasi cosa accada”, ha aggiunto. Il Santo Padre ha proseguito mettendo in guardia i vescovi “di stare attenti a questa deriva; seminaristi normali, con i loro problemi, che giochino a calcio, che non vadano nei quartieri a dogmatizzare”.

“Questa rigidita’ proviene da brave persone che vogliono servire il Signore. Reagiscono in questo modo perche’ hanno paura di un tempo di insicurezza che stiamo vivendo, e quella paura non li lascia camminare”, ha detto il Papa. “Dobbiamo rimuovere questa paura e aiutarli. D’altra parte, quel guscio nasconde un sacco di marciume. Ho gia’ dovuto intervenire in alcune diocesi di diversi paesi con parametri simili. Dietro quel tradizionalismo, abbiamo scoperto problemi morali e vizi gravi, doppie vite”, ha continuato il Pontefice. “Sappiamo tutti di vescovi che, poiche’ avevano bisogno di sacerdoti, si sono rivolti a persone che erano state espulse da altri seminari per immoralita’”. “Non mi piace la rigidita’ – ha incalzato Francesco – perche’ e’ un brutto sintomo della vita interiore. Il pastore non puo’ permettersi di essere rigido. Il pastore deve essere a disposizione per qualsiasi cosa accada. Qualcuno mi ha detto recentemente che la rigidita’ dei giovani sacerdoti nasce perche’ sono stanchi del relativismo attuale, ma non e’ sempre cosi’. Chiedo ai vescovi di stare attenti a questa deriva e di essere chiari sul fatto che non solo le ‘beate Imelda’ sono i migliori sacerdoti. Se indossi una faccia da ‘santo’ e giri gli occhi, sii sospettoso. Abbiamo bisogno di seminaristi normali, con i loro problemi, che giochino a calcio, che non vadano nei quartieri a dogmatizzare… Mi ha aiutato a chiedere relazioni alle donne delle parrocchie, ai coadiutori e ai frati dove andavano i seminaristi…”. 

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