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28 Aprile 2024

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Il Sindaco accelera. Meglio temporeggiare

Di pino de martino da IL Roma


Sbaglia il sindaco Gaetano Manfredi a intestarsi di fatto la fine di Vincenzo De Luca quale governatore della Campania e il definitivo addio al sogno del terzo mandato. Un’uscita improvvida la sua, nel giorno in cui si traccia il bilancio del primo anno e mezzo del suo mandato. MI riferisco a quella dichiarazione rilasciata dopo l’incontro con Roberto Fico, nella quale si ravvisa l’opportunità di trasferire anche alla Regione l’intesa sul campo largo. Un passo più lungo della gamba. Soprattutto inopportuno oggi, visto che mancano ancora due anni e più alla fine della consiliatura regionale. E due anni in politica sono un’eternità. La chiacchierata tra Fico e Manfredi guarda infatti soprattutto alle prossime elezioni regionali, oltre che a trovare i giusti equilibri su San Giacomo, dopo la vittoria della Schlein alle primarie del Pd. E con le caselle assessoriali da riempire.

Tra Manfredi e Fico oggi c’è forte sintonia. Anzi, c’è sempre stata. Fin dal patto su Napoli. Entrambi vedono come un peso politico ingombrante l’attuale inquilino di palazzo Santa Lucia

Tra Manfredi e Fico oggi c’è forte sintonia. Anzi, c’è sempre stata. Fin dal patto su Napoli. Entrambi vedono come un peso politico ingombrante l’attuale inquilino di palazzo Santa Lucia. Un bastone tra le ruote del carrozzone targato ‘campo largo’. Lo stesso carrozzone che s’è sfasciato precocemente a Pomigliano d’Arco, complice il conflitto tra esponenti dem e vecchi e nuovi cinquestelle. E’ proprio questa difficoltà a fare sintesi a sinistra che fa considerare quantomeno prematura e avventata l’uscita del sindaco Manfredi contro De Luca. Non è scritto da nessuna parte che il nuovo corso del Pd targato Sclhein si armonizzi meglio e più con il partito di Conte. Anzi. Molti segnali lasciano presumere che i due possano finire col pestarsi i piedi e/o fagocitarsi a vicenda, piuttosto che integrarsi a meraviglia. Il Pd immaginato dalla prima donna segretaria potrebbe finire per pescare nello stesso bacino elettorale di Conte, che già oggi, a pochi giorni dalle primarie già si vede superato di un paio di punti percentuali nei sondaggi dalla stessa Sclhein. C’è poi da chiedersi: come si concilieranno le posizioni più moderate ancora presenti nel Pd, con le posizioni radicali dei cinquestelle su armi all’Ucraina, Nato, temi ecologici e via dicendo? Il campo largo è ancora ben lontano dall’essere una certezza. Anzi, soprattutto ora che il maggior partito della sinistra è a una svolta, non si sa ancora quanto profonda, è decisamente presto per delimitarne l’azione. Meglio sarebbe stato allora, per il sindaco Manfredi, seguire l’esempio del console Quinto Fabio Massimo, temporeggiare. Piuttosto che agitare precocemente sciabole e far tuonare i cannoni. Anche perché sul fronte opposto c’è un cocciuto avversario che prima di darla vinta venderà cara la pelle con il suo lanciafiamme sempre acceso alla bisogna.

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