di Vittorio De Feo
Lo stallo sull’articolo 6 della delega fiscale, la riforma del catasto, all’esame della Commissione Finanze della Camera. Una delle priorità per l’eseutivo e il premier Draghi, centrale anche per l’attuazione del piano di ripresa.
“Nessuna modifica ammessa. O la riforma passa cosi o l’esperienza di governo si ritiene conclusa” lo dice chiaramente la sottosegretaria Cecilia Guerra. Parole che riaccendono lo scontro in maggioranza. “Che in Italia ci siano ultimatum sul catasto e sulla delega fiscale, fine del governo, blocchiamo tutto è surreale” afferma Enrico Letta. Il segretario del Partito Democratico non si riferisce alla sottosegretaria Cecilia Guerra che ha riacceso la luce rossa dichiarando di ritener conclusa l’esperienza di governo senza la revisione del catasto. Si riferisce, invece, al leader leghista Matteo Salvini che afferma “non è l’argomento del giorno ma noi restiamo coerenti con le nostre posizioni, favorevoli allo stralcio della riforma contenuto nella delega fiscale” mai gradita al centrodestra e attualmente all’esame della Commissione Bilancio e Finanze della Camera, chiamata oggi pomeriggio ad affrontare la prova del voto. Niente revisione del catasto, dunque, per il Carroccio che mostra di non voler perdere il contatto con gli oppositori esterni di Fratelli d’Italia. La Lega insiste “serve uno stralcio”. “Il rischio” ripete il Carroccio “è un aumento delle tasse”. Forza Italia a questo punto sembra aver perso le speranze coltivate dalla Gelmini di poter riaggiustare tutto con una nuova riformulazione dell’impegno del governo a non aumentare, a revisione conclusa, il carico fiscale, nonostante le rassicurazioni già arrivate da Draghi. Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sposano la linea dell’esecutivo, con Letta che, da Bruxelles, chiede compattezza in un momento delicato sul fronte internazionale. Mentre, Fratelli d’Italia dall’opposizione lancia un appello al centrodestra. Il problema catasto torna a proporsi con nuova vigoria, con un governo non più troppo disposto a tergiversare e con un centrodestra più disunito di prima, chiamato a pronunciarsi un tema che riguarda più dell’80% degli italiani.
