di Marianna Ianniello
Questa mattina il vertice in Prefettura a Napoli era in procinto di organizzare l’accoglienza dei profughi ucraini.
Sarà proprio il “Covid Residence” dell’Ospedale del Mare di Ponticelli ad ospitare donne e bambini attesi in Campania.
La struttura diventerà hub di prima accoglienza per chi scappa dalla guerra e da tutti i bombardamenti verificatisi a Kiev.
Aggiornamenti provengono dal Prefetto di Napoli, Claudio Palomba, il quale chiarisce che in base alle strutture individuate, i posti verranno distribuiti tenendo conto della presenza di eventuali familiari o persone conosciute nel territorio campano.
È emerso, ad ogni modo, che sono già 200 i primi posti disponibili. Ma è già pronta un’altra struttura di accoglienza a Marechiaro, volta ad ospitare fino ad un massimo di 60 persone.
Non manca la dichiarazione del Sindaco di Napoli, che evidenzia come “insieme alla Caritas e tutte le organizzazioni laiche e religiose, abbiamo messo in campo una rete di accoglienza, che consentirà ai rifugiati che non possono sistemarsi presso parenti o case private, di avere un posto sicuro”.
C’è da dire, però, che in campo ci sono tutti i sindaci campani, allargando così la rete della solidarietà, e cercando di mettere in moto tutte le forze in campo. A tal proposito, è stata creata una cabina di regia che coinvolge anche il Consolato ucraino per organizzare e monitorare la situazione.
La prima testimonianza arriva da una coppia di sposi giunta in Italia prima dell’inizio della guerra, ospiti in una casa di accoglienza.
Alla domanda sul perché avessero scelto l’Italia come luogo in cui rifugiarsi, l’uomo risponde che ripone fiducia e speranza verso il nostro Paese, affinché gli venga concesso il permesso di soggiorno per motivi di asilo politico, così da poter vivere tranquillo, nonostante il pensiero rivolto alle centinaia di persone che moriranno senza alcun motivo.
