Gianni Alemanno si lascia, alle spalle una vicenda tanto dolorosa quanto surreale.
Ora l’ex Ministro e Sindaco di Roma guarda al futuro. Alla politica che, un fuoriclasse come lui, non ha mai abbandonato.
Quali i primi progetti che ha in testa ?
“Io voglio lavorare soprattutto su un piano metapolitico, per contribuire a costruire quella rete associazionistica e culturale che deve necessariamente supportare la politica di prima linea, elettorale ed istituzionale. Mi piacerebbe in questo modo definire meglio, in modo più riflessivo e meno urlato, l’identità del sovranismo in Italia. Se per realizzare tutto questo servirà anche un impegno politico non posso deciderlo da solo. La politica non è mai – almeno per me – un’avventura personale”
Quale il futuro del centrodestra. Fratelli d’Italia e Lega pronti a governare o servirà comunque la sponda moderata ?
“La sponda ‘moderata’ serve sempre, ma – a differenza di quello che è successo nella seconda Repubblica – è necessario che sia prevalente l’anima sovranista e ‘di destra’, altrimenti si finisce come Berlusconi, imprigionati nei veti europei e nelle contraddizioni del liberismo. Quindi Salvini e Meloni devono costruire una forte alleanza tra loro e poi trattare con i moderati da posizioni di forza, altrimenti per loro non ci sarà futuro. La logica del moderatismo nasconde sempre la subordinazione ai diktat del progressismo che non tollerano una presenza politica di destra”
Salvini e Meloni devono costruire una forte alleanza tra loro e poi trattare con i moderati da posizioni di forza, altrimenti per loro non ci sarà futuro
Crede all’ipotesi di un nuovo Popolo della Libertà o di una federazione?
“Per carità, abbiamo già dato. Una nuova ammucchiata in un ‘partito unico’ servirebbe solo ad indebolire il centrodestra, riducendone l’offerta politica, banalizzando il messaggio e uccidendo quel poco di democrazia interna che ancora persiste nella competizione tra partiti diversi. Anche l’ipotesi di una federazione crea più problemi di quelli che risolve: dove inizia e dove finisce l’autonomia dei singoli partiti? In realtà quello che serve è una forte coalizione politica che permetta la competizione tra partiti diversi sia pure in un quadro strategico unitario. Inoltre servono le primarie per scegliere in modo aperto, democratico e competitivo i candidati a sindaco e a presidente di Regione, mentre il premier sarà il leader del partito che prende più voti alle elezioni nazionali”
Una previsione per il Quirinale. Crede resisterà l’ipotesi di Berlusconi?
“Berlusconi può essere eletto solo se il centrodestra avrà la maggioranza dei voti, che mi pare oggi impossibile. Bisogna trovare un candidato di sintesi non aprioristicamente avverso al centrodestra, come è avvenuto fino ad ora con tutti i presidenti della Repubblica imposti dalla sinistra”
Elezioni a Roma. La sua città. Come vede l’avvio di Gualtieri? Il centrodestra davvero non poteva fare meglio?
“Gualtieri, come era facilmente prevedibile, si muove con lentezza e senza determinazione, perché è espressione di una mediazione di apparato all’interno del PD. Per Roma ci vuole ben altro per dominare gli interessi particolari, economici e partitici, che paralizzano la vita della Città. Lo si vede con il problema dei rifiuti, che oggi è il principale di Roma: come si fa a sostenere, come ha detto Gualtieri, che non servono nuovi impianti di smaltimento rifiuti? Una follia che nasconde l’incapacità di superare veti ideologici. Certamente il centrodestra poteva fare meglio, bastava scegliere un candidato un anno prima e non all’ultimo momento come è stato fatto. Per questo ci vogliono le primarie nel centrodestra: si stabilisce una data e un regolamento e poi chi vince nello schieramento è sicuramente quello più attrezzato a vincere nella Città, senza aspettare interminabili mediazioni al ribasso per compiere questa scelta nel chiuso di una stanza”
