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29 Aprile 2024

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Il Congresso Pd e gli errori che allontano l’opzione riformista

Il Congresso del Pd non entusiasma. I candidati alla segretaria non hanno avviato nessun dibattito capace di andare oltre il recinto degli addetti ai lavori.

La vittoria scontata di Stefano Bonaccini contribuisce a generare un clima piatto. Non ci sono novità.

E’ scarsa e poco innovativa la proposta politica, inconcludente l’attività dei comunicatori che pure qualcosa potrebbero, nel deserto delle idee, immaginare. 

In questo contesto fanno rumore solo gli errori. Quelli di Bonaccini più di tutti.

Imbarcare Laura Boldirni e l’ex Iena Dino Giarrusso gli strafalcioni più evidenti. La fotografia di un partito lontano mille miglia dal riformismo. L’Ex presidente della Camera rappresenta la sinistra più vecchia ed ideologica, quella ‘isterica’ e che costruisce muri, mentre l’ex grillino si è caratterizzato solo per gli insulti al Pd e per posizioni giustizialiste e demagogiche. 

Insieme spostano lo ‘zero virgola zero qualcosa’ ed allora non si comprende la vocazione suicida del Nazareno. 

Si è ancora in tempo per rivoluzionare il dibattito, per introdurre temi nuovi, per costruire futuro. 

Il Pd sui nuovi lavori, sulle riforme e sulla Giustizia, sull’ambiente e sulla necessita di superare la logica di retroguardia, sulla sicurezza e sulla politica internazionale potrebbe dire qualcosa di più interessante, potrebbe archiviare i rottami comunisti per esplorare moderni percorsi. 

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