I punti programmatici del Movimento Cinque Stelle, quelli consegnati da Giuseppe Conte a Mario Draghi, sono fuffa. La crisi o il superamento delle tensioni prescinderanno dall’elenco delle ‘buone intenzioni’. E’vecchia liturgia della politica.
Il Movimento Cinque Stelle è in crisi profonda. Beppe Grillo è indecifrabile, sempre più lontano, Luigi Di Maio ha mollato, Di Battista è spina nel fianco.
Giuseppe Conte sa che per risollevare il Movimento, per tentare di attutire il crollo, deve tornare alle origini. Deve risintonizzarsi con un popolo che è contro a tutto e tutti. Il Movimento è nato ed è cresciuto, al netto di poche idee, perché ha parlato alla pancia del Paese, perché ha dato cittadinanza all’odio, all’invidia sociale ed alle frustrazioni. Questo universo e’ incompatibile con ogni cultura di governo, è cacofonico rispetto ai temi ed ai tempi della responsabilità.
Ed allora Conte farà un po’ di teatrino, è tattica senza politica, per parlare ai suoi e per tentare di reggere. Fara finta di stare sui punti e cercherà di capire cosa diranno i sondaggi nei prossimi giorni. Poi deciderà.
Sara un errore inseguirlo. Imperdonabile se ad inseguirlo ci saranno i riformisti o quelli che tali si professano.