di Anna Adamo
L’amore l’ho sempre cercato nelle vite altrui.
Credo che guardare gli altri amarsi sia il modo migliore per imparare ad amare.
Che poi io sia una pessima alunna, quando si tratta di amore ,é un altro discorso.
Un discorso che al momento preferisco non aprire. Si, perché anche in questo caso, più che lamentarmi per quello che non so fare, credo sia utile concentrarmi su quello che, invece, ho imparato.
E, per quanto strano possa sembrare, guardando gli altri amarsi ho imparato più di quanto si possa immaginare.
Ho imparato che l’amore è amore.
Che quando c’è di mezzo l’amore non esiste sesso, razza, o età che tenga.
Ho imparato che l’ amore rende tutti uguali.
Ciò che ho imparato, l’ho poi riconosciuto in “Brividi”, la canzone con cui Mamhood e Blanco sì sono presentati sul palco dell’Ariston. La canzone con cui, i “Brividi”, sono riusciti a farceli sentire per davvero.
Sono brividi dovuti all’aver cantato un amore vero e sincero. Un amore che ha lottato contro tutto e tutti per essere riconosciuto. Un amore gay, che nulla ha da invidiare all’amore etero.
Un amore capace di andare oltre ogni pregiudizio. Un amore che i pregiudizi li ha rotti del tutto, lì, in prima serata, dinanzi a milioni di persone, diventando così fonte di speranza e ispirazione per tante persone che di dimostrare amore per un partner dello stesso sesso alla luce del sole, hanno ancora paura e vittime del pregiudizio non riescono a non esserlo.
Si, quelli trasmessi da Mamhood e Blanco sono “Brividi”, a tutti gli effetti, che solo chi ha amato, almeno una volta nella vita, riesce a comprendere.
Sono “Brividi”che sanno di inno alla vita.
Che sanno, di giustizia, di riscatto.
Il riscatto di chi per anni si è sentito diverso, escluso, sbagliato e ora, sa finalmente che amare non è mai sbagliato. È il riscatto di chi sa che l’amore vince, prima o poi, sempre su tutto.
