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7 Maggio 2024

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Pomigliano,intervista a Maurizio Caiazzo: “Del Mastro inadeguato, si dimetta“

di Felice Massimo De Falco

Maurizio Caiazzo siede in consiglio comunale ininterrottamente dal 2000, già presidente di commissione consiliare, assessore attività produttive e commercio per 10 anni, presidente del Consiglio comunale, unico caso nella storia recente e non del consiglio comunale di Pomigliano D’Arco. Presidente di Confesercenti Pomigliano D’Arco, vice presidente vicario Confesercenti Napoli, Consigliere Camerale Camera di commercio di Napoli. Candidato Sindaco elezioni amministrative 2020, attualmente consigliere comunale.

Queste le domande poste a Caiazzo

1 In un’accalorata lettera ha chiesto le dimissioni del sindaco Del Mastro. Perché?
2 Cosa pensa del Laboratorio? È vera unione di intenti tra Pd-5 stelle a Pomigliano
3 C’è un fermento sparso tra le opposizioni. Non sarebbe opportuno sollecitare un coordinamento tra loro?
4 Si parla insistentemente di un polo variegato di riformisti, cattolici, liberali, socialisti, moderati. Intende farne parte l’Udc?
5 Lei è stato candidato a sindaco, staccandosi dalla coalizione di Lello Russo. Ha qualche rammarico?
6 Da cittadino e amministratore, come immagina Pomigliano fra 20 anni?

1) Un Sindaco che non ha l’autorevolezza per difendere la Città da lui stesso amministrata da continue offese sull’onesta’ della propria comunità definita dal Sindaco di Giugliano “centro di malaffare” e luogo dove insistono” lobby deviate ” rappresentano già di per sé un buon motivo per chiedere le dimissioni, se a ciò aggiungiamo che é più di un anno che assistiamo ad un declino inesorabile della nostra città riferito a tutti i settori amministrativi : ambiente traffico e polveri sottili, il decoro e la sicurezza urbana, la raccolta differenziata e la mancata difesa dell’apparato produttivo e del nostro tessuto sociale fanno ogni giorno passi indietro ormai non più sopportabili. Come vede ci sono tutti i crismi per chiedere le dimissioni di Del Mastro.

2) Il Laboratorio è semplicemente un cartello elettorale, che a Pomigliano ha avuto la sua riuscita non per propri meriti ma per errori di arroganza politica commessi dall’ amministrazione uscente nell’ultimo suo periodo. Sono convinto che l’ esperienza di questo ” laboratorio” sia già terminata, risultando una iattura per la città e per i due partiti su cui si fonda. Non si riesce a stabilire chi dei due perda più credibilità politica. Ma siccome il Partito Democratico ha molto più da perdere è chiamato a prendere delle decisioni a salvaguardia della sua tradizione democratica. A tratti è imbarazzante la subalternità nei confronti del Movimento

3) L’opposizione sta subendo un bavaglio imbarazzante da parte di tutta la maggioranza. Attraverso l’applicazione ad intermittenza del regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale, hanno azzerato la democrazia all’ interno dello stesso. La tagliola ( rappresentata dalla pregiudiziale) attraverso la quale ci hanno impedito di discutere di temi vitali per la nostra comunità, quali ” l’ ospedale di Comunità” e delle quattro principali partecipate Enam, ASM, Pomigliano Infanzia e Pomigliano Danza, insieme alla negazione di un incontro da parte del sindaco per respingere le offese subite dalla nostra città, lanciate dal sindaco di Giugliano, rappresentano la punta dell’ iceberg di un decadimento politico della nostra città, che è tutto legato all’attuale maggioranza. Un coordinamento delle opposizioni più che opportuno, è necessario, ciò nonostante bisogna stabilire bene forme e ruoli, vedo ancora troppi personalismi e poca chiarezza. La preoccupazione è che possano riaccadere errori del recente passato.

4) Al momento nessuno me ne ha mai parlato nè rappresentato l’intenzione. Se dovesse accadere ci faremo trovare pronti. D’ altronde i moderati e soprattutto io, vengo da una tradizione votata al confronto. Quando sono entrato in politica mi affascinó uno slogan che recitava ” Il confronto come metodo”. Ecco è arrivato il momento di ritornare a confrontarci.

  1. Mi sono chiesto a lungo se la mia candidatura a sindaco fosse una candidatura giusta. Mi sono dato sempre la stessa risposta: era giusto candidarmi soprattutto per il bene che voglio alla mia città. Non ho nessun rammarico, anzi sono fiero della mia scelta, la ritengo di grande coerenza in linea con la mia storia personale e politica. L’ uomo è la stessa persona del politico. Non lo so se sono stato io a staccarmi dalla coalizione che ha governato Pomigliano D’ Arco dal 2010 al 2020, o viceversa, quella coalizione si è allontanata dai principi ispiratori di quel buonGoverno che c’è stato per larghi tratti di quel decennio e che ha portato la nostra Città a diventare “punto di riferimento ” per i paesi a noi vicini”.
  2. La pandemia ha cambiato la nostra vita in maniera irreversibile. Abbiamo, lasciato tutti, un pezzo della nostra esistenza a questa tragedia che nessuno ci ridarà. La politica però, quella con la ” P” maiuscola, impone sempre uno sforzo a favore delle future generazioni. Il Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza ci offre questa opportunità. Bisogna coglierla in pieno. Come? Elaborando progetti per il nostro territorio, che vadano nella direzione della tutela dell’ambiente, del nostro tessuto produttivo e di investimenti strutturali oramai non più procastinabili

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