Alla fine di una stagione tormentata, l’Unione Sportiva Salernitana è stata retrocessa in Serie C dopo aver perso i play‑out contro la Sampdoria — un epilogo tragico sotto il profilo sportivo e gestionale, che getta una pesante ombra su Danilo Iervolino, proprietario che nel 2022 aveva guidato la squadra alla salvezza in A.
Il doppio ko: cronaca di un fallimento sportivo
Salernitana era scesa in Serie B al termine della stagione 2023‑24. Nella stagione 2024‑25, conclusasi al 16° posto, si era creata una speranza tramite i play‑out con la Sampdoria, dopo un campionato segnato da ben quattro cambi di allenatore .
Il primo match, giocato a Genova, è finito 2‑0 per i blucerchiati. Alla partita di ritorno, in programma all’Arechi, la squadra granata era indebolita da un’intossicazione alimentare che ha colpito 21 membri dello staff, costringendo a un rinvio . Nonostante il recupero, dal campo sono emerse le tensioni represse in mesi di performance altalenanti.
Caos e violenza: il match sospeso e omologato a tavolino
Al ritorno, la Samp ha segnato due reti (Coda e Sibilli), mettendo definitivamente in bilico la Salernitana. Al 65′, i tifosi granata hanno invaso l’Arechi: incendi di bengala, lancio di petardi e seggiolini hanno causato sospensione definitiva del match, trasformato poi in un 0‑3 a tavolino .
La decisione ufficiale decreta la retrocessione in Lega Pro: un tonfo su scala istituzionale, sportiva ed emotiva per la piazza.
Critiche a Iervolino: dal miracolo salvezza al crollo in due anni
Nasceva come eroico salvatore del club campano: nel maggio 2022, Iervolino fece piombare la Salernitana nella storia, evitando la retrocessione in A.
Oggi, invece, è sotto accusa: una strategia basata sulla stabilità societaria ma priva di visione tecnica a medio termine ha portato a un disfacimento rapido — quattro allenatori in una sola stagione, errori di mercato e un’incapacità di dare identità alla squadra granata.