“Da un luogo simbolo di incontro e dialogo internazionale abbiamo rilanciato con forza l’Appello per la Pace contro ogni guerra. In un tempo in cui la parola ‘pace’ sembra smarrita e l’indifferenza ha preso il posto della solidarietà, sentiamo il dovere morale e civile di farci voce di chi non ha più voce, di essere testimoni e costruttori di pace. Il nostro messaggio è partito da Napoli, intendiamo contaminare la scena internazionale”. Cosi Michele Capasso, segretario generale degli Stati Uniti del Mondo e presidente della Fondazione Mediterraneo – che hanno la sede centrale a Napoli e distaccate in vari Paesi, a margine dell’evento ALForum 2025 (Forum Anna Lindh Foundation), evento internazionale dedicato al dialogo interculturale, alla pace e alla cooperazione nel Mediterraneo e oltre, tenutosi a Tirana, proclamata “Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo per il 2025”.
“L’Appello per la Pace contro ogni guerra, è un manifesto firmato da oltre 16.000 organizzazioni civili in 181 Paesi, lo abbiamo immaginato e costruito in Campania: ora cresce nella comunità internazionale” ha ricordato Capasso.
“Questo Appello, che dopo Napoli continua a raccogliere adesioni internazionali, promosso dagli Stati Uniti del Mondo con il sostegno dell’Alleanza delle Civiltà delle Nazioni Unite, non è solo un documento. È un grido collettivo. Contro l’ingiustizia. Contro la violenza. Contro ogni forma di negazione della dignità umana. Non possiamo – spiega Capasso – girarci dall’altra parte rispetto a quello che accade a Gaza, in Iran, in tanti contesti del mondo. Non possiamo immaginare che tutto sia lontano da noi. Ogni fatto incide nelle nostre vite, ogni fatto influenza i nostri giovani. Dobbiamo parlarne, è per questo che a Napoli è nato il ‘sacrario per la Pace’ dedicato a Papa Francesco. Perché vogliamo parlare di un tema attuale, vogliamo svegliare le coscienze, promuovere mobilitazione”.
“Diciamo no all’assuefazione alla guerra e sì a un nuovo umanesimo, fondato sul dialogo, sul diritto, sulla compassione. Da Tirana abbiamo lanciato un grido, è il momento di scegliere da che parte stare, dobbiamo scegliere la pace” conclude.