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15 Maggio 2024

Chi siamo

Un discorso difficile da farsi… ma da tentare

di Luigi Mazzella

L’Occidente, nonostante i mainstream bene orchestrati da un sistema mass-mediatico privo di ogni autonomia di giudizio e quasi totalmente asservito alle centrali finanziarie di New York e di Londra, è in pieno marasma. 

I suoi brandelli, veri stracci al vento, stanno inducendo i due terzi del Pianeta (leader la Cina) a tentare di costituire un diverso assetto mondiale meno soggetto alla “follia pura” che domina la parte occidentale del globo e la cui “critica” (in senso Kantiano) ho inserito nel mio ultimo libro (“CRITICA DELLA FOLLIA PURA”, GENESI EDITRICE, 2023).

C’è da chiedersi – ed è questa la parte difficile del discorso- non tanto come e perché sia avvenuto un tale disastro nell’equilibrio mentale degli Occidentali quanto come e perché esso sia stato utilizzato, a fini egemonici, dall’enclave anglosassone che oggi in Occidente riesce, come suol dirsi, “a fare il bello e il cattivo tempo” (Unione Europea gestita dai suoi giannizzeri, docet).

Occorre sfatare, innanzitutto, il detto (vero soltanto per un periodo di tempo molto limitato) secondo cui i Graeci capti, Romanos captaverunt.

La fine ingloriosa dei Romani fu dovuta all’infiltrazione migratoria dei mediorientali di religione ebraica e cristiana, prima ancora che al “tuonar di mille antenne nella sala dei banchetti” primitivi e selvaggi di Galli, Teutonici e Vichinghi. 

L’empirismo e il razionalismo, sviluppatisi in modo meravigliosamente fecondo nel Sud d’Italia (La Magna Grecia) potevano costituire la premessa per uno sviluppo futuro di una civiltà duratura se non fossero stati travolti da da un’ondata di pura follia mediorientale. 

Cammellieri assetati del deserto in preda a ingannevoli miraggi e narratori, per ingannare i lunghi transiti carovanieri, di insensate, oniriche fantasie, pecorai stupratori abituali di capre e lapidatori feroci e spietati di femmine umane elargitrici, a loro giudizio, di peccaminoso sesso a gogò, pescatori di frodo del mar di Galilea, sacerdoti con sete smodata di locupletazioni a danno dei gonzi invasero il bel suolo del giardino del Mediterraneo e, come gli odierni Kamikaze islamici con cinture ripienedi tritolo, impressionarono i poveri Romani con la loro disponibilità a farsi ammazzare e trucidare per conquistare la beatitudine di una vita eterna.

L’inganno di un “aldilà” di pene e di delizie fu deleterio per il sano e concreto senso della vita dei Romani. 

La follia mediorientale s’impossessò anche di essi e li predispose a subire ulteriore nequizie da parte dei barbari con corna sulla testa e altri amuleti di origine animale a ornamento di un corpo poco educato ai piaceri della bellezza e della vita contemplativa.

Fin qui le ragioni della catastrofe mentale dell’Occidente. 

Resta la domanda: Perché l’egemonia anglosassone su una tale massa scomposta di visionari impazziti? 

Un tentativo di “ragionamento” (come lo definirebbe un noto politico socialista della prima Repubblica) può essere questo:

L’Inghilterra di quei tempi lontani, arroccata nei suoi confini isolani, rimase sempre ancorata all’empirismo; lo sviluppò e portò a livelli superiori con l’illuminismo britannico (radicalmente diverso da quello francese e avente soprattutto obiettivi di buon governo con il raggiungimento di un giusto equilibrio tra Parlamento e Monarchia); lo difese a denti stretti con Elisabetta dell’Invincibile Armata Spagnola che avrebbe portato nell’isola un insopportabile e costrittivo Cattolicesimo; s’impossessò della turpitudine deformante della morale sessuale mediorientale ma non di certo per lapidare atrocemente le donne “cadute nel peccato della carne” (somma idiozia dei monoteismi di quelle popolazioni barbariche) ma per utilizzare le fornicazioni degli uomini come instrumentum regni al fine (certamente spregevole) di togliere di mezzo uomini politici scomodi.

In conclusione: Beati monoculi in terra caecorum. 

In tale brocardo si condensa il motivo della sudditanza dell’intero Occidente agli empiristi anglosassoni, sopravvissuti all’ondata delle insensatezze mediorientali.

Tutto semplice, scontato e definitivo?

No! C’è chi osserva che anch’essi, legati alle cose concrete, hanno perso, dopo la seconda guerra mondiale, dopo il crollo dell’Unione Sovietica e dopo la fine della guerra fredda, la ragione, per sete inarrestabile, di potere egemonico. 

E che ciò potrebbe non salvarli dal “tramonto” preconizzato da Oswald Spengler. 

-Ai posteri l’ardua sentenza!- 

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