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16 Maggio 2024

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Enzo Maraio: “Ripartire senza il vecchio gruppo dirigente. Grandi storie ma ora serve altro”

Si è aperta questa mattina a Roma la due giorni promossa dal Partito Socialista Italiano sugli Stati Generali del Socialismo. In apertura i saluti del premier spagnolo e presidente dell’Internazionale Socialista, Pedro Sanchez prima dell’intervento del segretario nazionale Enzo Maraio.

Tra i punti fondamentali dell’intervento del segretario, il significante della due giorni. “Tanti in questi mesi si sono chiesti cosa fossero gli Stati Generali – ha spiegato Enzo Maraio – non sarà un revival del “come eravamo”, piuttosto vogliamo gettare le fondamenta del “come saremo”.  Gli Stati Generali del Socialismo, “sono allo stesso tempo un punto di approdo e di ripartenza per lanciare una nuova stagione. Non celebrazioni nostalgiche o l’ennesimo tentativo di riunificare la diaspora, ma un punto di svolta, l’avvio di un cammino nuovo che entro il 2027 ci dovrà riportare ad essere centrali nella sinistra italiana e nel Paese. Non abbiamo tempo da perdere e tentativi infiniti da mettere in campo”.

“Chiunque vorrà dare una mano è il benvenuto” ha continuato Maraio, ma “guai a pensare a riedizioni e restaurazioni di tempi che non tornano più: siamo tutti profondamente legati ai protagonisti della migliore esperienza del Psi degli anni 90 e ognuno di noi si alzerebbe e applaudirebbe ad ogni loro intervento. A Claudio Martelli, a Rino Formica, agli altri riserveremmo sempre una standing ovation esattamente come un interista farebbe con Matthaus, Klinsmann o Brehme, un romanista con Totti, un laziale con Chinaglia, un milanista con Van Basten, Gullit, o un napoletano con Maradona. Ma nessuno di noi si sognerebbe di rivedere giocare oggi in campo questi grandi giocatori: andrebbero incontro ad enormi difficoltà perché il mondo cambia e i tempi sono fattori determinanti”.

“Ciascuno di noi – ha concluso Maraio – è destinato a prendere atto che la ruota gira, le generazioni cambiano insieme ai ruoli che si possono svolgere, i dirigenti passano. Restano saldi e costanti il Psi, i nostri valori e la cultura socialista. Bisogna lasciarsi alle spalle ciò che ha diviso i socialisti dentro e fuori il partito perché non c’è più tempo per le rotture che hanno lacerato rapporti e storie”.

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