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19 Maggio 2024

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Mikhail Fridman, l’oligarca nato a Leopoli che é contro Putin

Di Felice Massimo De Falco

I primordi della sua fortuna li ha raccolti con il bagarinaggio. Quando era ancora uno studente di ingegneria a Mosca, Mikhail Fridman si metteva in coda fuori dal Bolshoj, acquistava biglietti e li rivendeva a un prezzo maggiorato di alcuni copechi. E forse è stata la palestra di quelle trattative da marciapiede a permettergli di affilare la dote che anche un suo rivale storico, l’ex capo della BP Lord John Browne, gli ha dovuto riconoscere: “Mikhail era un negoziatore superlativo. Ti dava l’impressione di essere disposto a rinunciare a tutto pur di non cedere su un singolo punto”.

John Aglionby, giornalista del Financial Times, ha invece inquadrato Fridman come un formidabile equilibrista. Un uomo capace di restare abbastanza vicino a Putin da non cadere in disgrazia e abbastanza lontano da non incappare per molto tempo nelle sanzioni occidentali. Di rovinare affari miliardari a due tra le più grandi compagnie petrolifere del mondo e poi di mettersi in società con una e intascare cinque miliardi di dollari dall’altra. Di battagliare per anni con uno degli uomini d’affari più potenti d’Inghilterra – Lord Browne, appunto – e poi di nominarlo presidente di una delle sue società.

Di dichiarare che l’impresa è “la più vicina alla guerra” tra tutte le attività umane, e poi di elaborare una teoria come quella della Indigo Era, secondo la quale il futuro dell’economia non si giocherà sulle risorse naturali, ma sulla creatività e le abilità digitali.

Anche per questo ha colpito la dichiarazione con cui Fridman, il cui patrimonio è stimato da Forbes in 12,5 miliardi di dollari, qualche giorno fa è diventato il primo oligarca russo a schierarsi contro l’invasione dell’Ucraina. “Non faccio dichiarazioni politiche: sono un uomo d’affari con responsabilità verso le migliaia di miei dipendenti in Russia e in Ucraina”, ha detto.

Poi, però, si è sbilanciato: “Sono convinto che la guerra non possa mai essere la risposta. Questa crisi costerà vite e danni a due popoli che sono stati fratelli per centinaia di anni”.

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