FIRENZE, 11 ottobre 2025 – “La democrazia è a fine corsa, ma la sfida è salvarla”. Con queste parole il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha aperto il suo intervento alla Festa del Foglio a Firenze, dove ha toccato temi politici, istituzionali e internazionali, alternando riflessioni filosofiche a stoccate polemiche nel suo stile ormai inconfondibile.
Secondo De Luca, la democrazia italiana e occidentale “ha perso contenuti fondamentali” e vive una crisi profonda: “Gli equilibri istituzionali non ci sono più, ormai c’è solo l’Esecutivo. Dobbiamo riprendere un cammino o andremo verso forme autoritarie. La vera sfida è rinnovare radicalmente la democrazia e ricostruire l’adesione dei cittadini, perché oggi si fa fatica perfino a distinguerla da altri regimi”.
Sul piano personale, De Luca ha scherzato sul proprio futuro politico: “Mi sono collocato sulla linea Napolitano-De Mita. Per un altro quarto di secolo resto qui a fare politica. Non vado alle Seychelles, mi dedico anche alla letteratura e alla filosofia, le cose belle della vita”.
Le regionali e la lista personale
Parlando delle prossime elezioni regionali, De Luca ha difeso la sua lista civica come “un’opportunità per chi ha l’orticaria verso il reddito di cittadinanza”. Ha criticato la gestione nazionale della stagione elettorale, giudicandola “non buona, anzi in qualche realtà molto male”.
“Qual è la Regione più importante che va al voto? La Campania. Dove il Pd è il primo partito e i 5 Stelle sono stati dieci anni all’opposizione? Sempre la Campania. E quale Regione si dà ai 5 Stelle? La Campania! Non si poteva ragionare su qualche altra?”, ha ironizzato.
Sul terzo mandato, il governatore non ha risparmiato un affondo: “Dal punto di vista del diritto siamo a livello di Africa subsahariana”. E a chi gli chiedeva se la sua lista possa entrare in conflitto con quella guidata dal figlio, segretario regionale del Pd, ha liquidato la questione con un secco: “Ma che domanda è? Mi fa male la testa…”.
Il confronto con Fico e la sinistra
Rispondendo a una domanda sul possibile sostegno a Roberto Fico, De Luca ha precisato: “Appoggerò il centrosinistra, ma spiegherò a tutti – a cominciare da Fico – che il tempo della demagogia e delle stupidaggini è finito. La Campania ha bisogno di proposte serie”.
“Fico è stato dieci anni all’opposizione: prima impari le cose che abbiamo fatto, poi ne parla. Non essendo Richard Gere o Monica Bellucci, dovrà conquistare consenso con i contenuti”, ha aggiunto, ricordando che “quando De Luca prende il 70% e i 5 Stelle il 9%, chi deve cambiare è chi prende il 9%”.
Sul centrosinistra, il presidente campano ha offerto un’analisi severa: “Uno dei limiti storici è la mancanza di connessione sentimentale con l’Italia. C’è un misto di presunzione, supponenza e doppiezza: si accusano gli altri di violare le regole, ma si fa lo stesso. Così il centrosinistra appare come un corpo estraneo alla società italiana”.
Con una punta di autoironia, ha aggiunto: “Quando vengo qui mi accolgono bene perché non parlo in politichese. Parlo perfino in lingua italiana, non sono in guerra con la grammatica e la sintassi”.
Gaza e il diritto internazionale
Non sono mancate riflessioni di respiro internazionale. Parlando della guerra a Gaza, De Luca ha definito “morto” il diritto internazionale: “Benedette siano le piazze: grazie a Dio c’è stato un risveglio delle coscienze, anche se abbiamo pagato un prezzo enorme con il genocidio. Ma abbiamo fatto anche un’altra cosa grave: abbiamo alimentato l’antisemitismo”.
Secondo il governatore, “la tragedia dei prossimi anni sarà che una generazione confonderà le immagini degli internati scheletrici di Auschwitz con i bambini scheletrici di Gaza. Oggi non ci sono le condizioni per la pace, ma almeno per un cessate il fuoco sì”.




