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17 Luglio 2025

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Il fallimento di Iervolino a Salerno: da Serie A a Serie C in 3 anni

Quando Danilo Iervolino acquista la Salernitana nel gennaio 2022, un discreto affare, la squadra è in Serie A. In un momento particolare ma è nella massima serie.

Il suo ingresso viene accolto con entusiasmo: è il primo presidente del Sud nell’era moderna della massima serie. Ha grandi progetti, idee innovative. Alcune fin troppo. 

Tre anni dopo, però, la realtà è amara: la Salernitana retrocede in Serie C dopo una discesa verticale, figlia di una gestione societaria caotica e instabile. 

In questa esperienza e’ mancata la programmazione. Senza un inversione di metodo, senza una vera e sincera autocritica, la catastrofe non sarà finita. 

Dal 2022 al 2025 si sono alternati dieci allenatori sulla panchina granata: da Nicola a Sousa, da Inzaghi a Liverani, fino a Martusciello, Breda e Marino. Una media di quasi tre tecnici a stagione, che ha impedito qualsiasi costruzione di un’identità tattica o di spogliatoio. In alcuni casi, come nel 2023–24 e nel 2024–25, la squadra ha cambiato quattro allenatori in una sola stagione, segnale di una crisi profonda e mal gestita.

A fare da contraltare al caos in panchina c’è la dirigenza. 

Al netto del ‘circo’ di consiglieri e dirigenti vari c’è da ricordare i cinque cambi di direttore sportivo in meno di quattro anni. Si parte con Walter Sabatini, silurato pochi mesi dopo la salvezza miracolosa del 2022. Poi Morgan De Sanctis, richiamato Sabatini a fine 2023, seguito da Gianluca Petrachi e infine Marco Valentini. 

Ognuno con visioni, scelte e idee differenti, spesso in contrasto tra loro. Una discontinuità evidente.

Il risultato? Non poteva essere diverso.

La stagione 2024–25 è un disastro annunciato. La Salernitana chiude in fondo alla classifica di Serie B, con numeri impietosi e una doppia sconfitta ai playout. Nessuna reazione, nessun progetto chiaro, solo cambiamenti frenetici e disorganizzazione.

Cosa fare? Cambiare. Il percorso di Iervolino è segnato da scelte impulsiveinstabilità gestionale e assenza di una visione sportiva coerente. Ha scritto, con due retrocessioni di fila, fra le peggiori pagine della storia del club. 

Prima di ogni cosa e’ necessario riconoscere questo. 

Faccia autocritica e gli servirà per ricostruire un feeling con la piazza. 

Metta il progetto prima dell’orgoglio. Ha storia e numeri per ripartire ma con un registro diverso. 

Salvi Milan, che è stato un parafulmine, e si liberi di tutto il resto. 

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