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2 Maggio 2024

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Schlein: “La Meloni patriota che spacca il Paese”

“Non si è mai vista una patriota che spacca l’Italia. Quella di Calderoli, votata dal partito di Meloni, è una riforma destinata a lacerare un Paese che invece ha un disperato bisogno di essere ricucito nelle sue fratture e diseguaglianze”. Lo dice la segretaria del Pd Elly Schlein  a Repubblica in relazione all riforma sull’autonomia differenziata che, spiega, “certifica che ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B. Pazienti di serie A e pazienti di serie B. Perché mina l’accesso a servizi fondamentali come salute, scuola, trasporto pubblico locale”. Secondo Schlein le due riforme, quella dell’autonomia differenziata e quella del premierato, “si tengono insieme, sono il frutto di un patto scellerato fra i sedicenti patrioti del nuovo millennio e i leghisti che non hanno mai abbandonato l’aspirazione secessionista – prosegue -. Noi al contrario crediamo che non possa esserci riscatto del Paese senza riscatto del Sud”. Fratelli d’Italia ha il suo granaio di voti proprio nella bassa Italia ma secondo la segretaria Dem “ci vuole tempo per misurare la distanza fra propaganda e realtà. E la realtà dice che questo è un governo antimeridionalista. Basta mettere in fila le cose che hanno fatto – dice -: oltre all’Autonomia di Calderoli, hanno affossato il salario minimo per contrastare il lavoro povero, molto diffuso al Sud; abolito il Reddito di cittadinanza; bloccato i fondi di sviluppo e coesione che regioni e comuni reclamano per modernizzare le aree più svantaggiate”. Con il premierato la destra dice che finalmente saranno i cittadini a scegliere chi governa. “Questo enunciato è una truffa perché dietro il ‘decidete voi’ c’è un colossale ‘decido io per voi’. Acclamare un capo ogni 5 anni non è democrazia. Il premierato non esiste in nessun altro Paese al mondo perché fa saltare gli equilibri fra poteri dello Stato – conclude Schlein -. Non c’è più un Parlamento eletto dai cittadini che decide la vita del governo, ma un capo del governo che decide della vita del Parlamento. Senza neppure la garanzia di un presidente della Repubblica terzo, a fare da arbitro”.

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