‘Chiamatemi Gaetano’ è diventato ormai un tormentone. Una battuta per bilanciare un curriculum di assoluto prestigio. Gaetano Manfredi è un ingegnere e accademico italiano, rettore dell’Università degli studi di Napoli Federico II dal 2014 al 2020, Presidente della CRUI dal 2015, e ministro dell’università e della ricerca dal 10 gennaio 2020 al 13 febbraio 2021 nel governo Conte. Oggi candidato sindaco del centrosinistra a Napoli.
Professore Manfredi, da giorni auspica, e ci lavora concretamente, una campagna elettorale basta sulle idee e lontana da beghe ed inutili polemiche. Cambia qualcosa?
“Ho impostato sin dall’inizio la mia campagna elettorale mantenendo un certo stile che credo sia apprezzato dai più. Napoli viene da dieci anni di polemiche e conflitti: hanno prodotto l’isolamento istituzionale, adesso serve la massima collaborazione con Governo nazionale e Commissione europea”.
Napoli ha perso, in questi anni, la sua centralità. Ha bisogno di tempo e di molte iniziative per ripartire. Quali le prime?
“Per tornare centrali e per esercitare il ruolo che ci spetta dobbiamo essere credibili. Se veniamo messi nelle stesse condizioni degli altri, poi vinciamo tutte le sfide. La priorità è riorganizzare la macchina amministrativa aumentando il personale comunale”.
Il bilancio del Comune di Napoli, unito ad antichi e strutturali problemi, la preoccupa?
“Prima di candidarmi, ho riflettuto a lungo per studiare le carte e i dossier. Ho chiesto ed ottenuto dalle forze politiche di centrosinistra di sottoscrivere, e quindi poi declinare in norme, il Patto per Napoli: un insieme di misure speciali che prima sostengano la nostra situazione finanziaria e poi ci consentano di ripartire. A questo appello deve rispondere anche il centrodestra dimostrando di andare oltre gli steccati quando si tratta dell’interesse dei napoletani”.
In Regione il Pd ed il Movimento Cinque Stelle sono su fronti opposti. A Napoli insieme. Grazie a lei può nascere un laboratorio nuovo per il centrosinistra?
“I napoletani voteranno per Napoli. Mi sostengono Pd, Cinquestelle, la sinistra unita, i moderati e varie forze civiche: una coalizione ampia ma coesa, il tentativo di mettere insieme le grandi famiglie politiche all’insegna dello sviluppo economico coniugato all’inclusione sociale”.