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19 Aprile 2024

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La bellezza non è perfezione. La storia di Roberta Macrì che sfida il concorso ed i pregiudizi

di Anna Adamo

Aveva solo 22 anni Roberta Macrì quando, a causa di un incidente stradale, perse l’ uso delle gambe.

Un avvenimento terribile che avrebbe, senza ombra di dubbio, buttato giù di morale chiunque, ma non Roberta che la sua condizione l’ ha accettata fin da subito e ha visto la sedia a rotelle come una “nuova amica” insieme alla quale fare tante avventure.

A testimoniarlo è il fatto che, nonostante la disabilità, non abbia rinunciato alla passione per la danza che la accompagna fin dalla più tenera età, ma abbia continuato a ballare e a raccontare attraverso le coreografie la sua vita.

Chiunque pensi questa sia l’unica cosa che faccia, si sbaglia, perché oltre ad essere una ballerina, è anche una campionessa di para- pawerlifting, ossia sollevamento pesi.

Insomma, Roberta Macrì è un vulcano di positività che niente e nessuno può fermare e soprattutto che non smette mai di sorprendere.

Poche settimane fa, infatti, ha deciso di intraprendere l’ ennesima avventura, ovvero iscriversi al concorso di bellezza “Miss Reginetta Over” con l’ intento di trasmettere il suo messaggio di positività, coraggio ed inclusione.

Contro ogni aspettativa, è stata accolta nel migliore dei modi possibili ed è addirittura riuscita a vincere una fascia classificandosi sesta e aggiudicarsi un posto per la selezione successiva. Roberta ha vinto anche la seconda selezione ed è riuscita ad aggiudicarsi un posto alla selezione per la finale nazionale.

È incredula, perché come lei stessa spiega, neanche credeva di superare la prima selezione, ma è felice per essere finalmente riuscita a dimostrare che la bellezza non sempre corrisponda agli stereotipi che siamo solitamente abituati a vedere e sia soggettiva.

Tutto sembrava andare per il verso giusto fino a quando, poco prima della selezione finale, la chiamano per dirle che non avrebbe più potuto partecipare poiché il posto in cui l’ evento si sarebbe dovuto svolgere non era attrezzato per persone in sedia a rotelle. Roberta si ritrova, così, faccia a faccia con una terribile verità: nel mondo dei normodotati per i disabili non c’è posto. Perché, la verità è questa, non è stata esclusa poiché il posto non era attrezzato per persone con disabilità, è stata esclusa, perché disabile. E la disabilità, si sa, non si considera mai bellezza, si finge di considerarla tale solo per dare una visione di inclusione che in realtà non esiste.

Della partecipazione di Roberta Macrì al concorso ne erano tutti a conoscenza perciò, se avessero veramente voluto favorire l’ inclusione tra disabili e normodotati, avrebbero reso il luogo accessibile anche a persone con disabilità.

Però, non hanno voluto. Ed è proprio la mancanza di volontà che fa ribrezzo.

È il predicare bene, ma il razzolare male che risulta inaccettabile.

Le persone con disabilità, ancora prima di essere presi in considerazione per le cose che “non possono fare” a causa della loro condizione, dovrebbero essere presi in considerazione per le cose che, nonostante le difficoltà, fanno.

E le cose che sanno fare, sono tante. Se solo le si mettesse alla prova, ce ne si renderebbe conto.

Ebbene si, ci si renderebbe conto del fatto che la bellezza non risieda in un corpo perfetto. Che la perfezione non esiste, ma esistono imperfezioni di una bellezza disarmante.

Se così fosse, tutto sarebbe più bello, anche convivere con una disabilità.

Bisogna smetterla di dare contentini alle persone con disabilità.

I normodotati dovrebbero smetterla di esibirli come trofei e utilizzarli per lanciare messaggi positivi con il solo scopo di sentirsi dire quanto bravi siano stati per aver dato loro la possibilità di raccontarsi, cosa che ovviamente sarebbe accaduta a Roberta, se dopo aver saputo di non poter partecipare alla finale del concorso avesse accettato l’ invito a salire sul palco per lanciare il suo messaggio di positività.

Questa storia dimostra che in alcuni settori di inclusione ne esista ancora meno che in altri e purtroppo, il cammino per raggiungere quest’ultima sia ancora lungo.

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