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25 Aprile 2024

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Una ballerina speciale “La passione per la danza ha superato i limiti che la vita ha cercato impormi”

Di Anna Adamo


Alessia Gentile ha diciannove anni e vive a Siracusa. È testarda e determinata, quando decide di fare una cosa nulla riesce a fermarla.

Infatti, neanche la paralisi cerebrale da cui è affetta è riuscita a fermare il suo sogno: diventare una ballerina.

Ebbene si, Alessia non si è fermata davanti a nulla, ha sempre lottato per realizzare il suo sogno,anche quando le dicevano che una persona nella sua condizione fisica non sarebbe mai potuta diventare una ballerina. Neanche quando nessuna scuola di danza la ammetteva in sala.

E a non arrendersi, ha fatto bene, perché tre anni fa una scuola di danza è andata oltre la sua condizione fisica e le ha permesso di diventare una ballerina speciale.

Cosa ti ha spinto ad avvicinarti al mondo della danza? 

Amo la danza fin dalla più tenera età, trascorrevo ore a guardare le altre bambine danzare e l’ unico mio desiderio era poter indossare quelle scarpette rosa e danzare insieme a loro. Purtroppo, però, fino a tre anni fa tutto ciò non è stato possibile, perché nessuna scuola di danza accettava di ammettermi in sala a causa della mia condizione fisica. Credo di non essere stata io ad avvicinarmi alla danza, ma la danza ad avvicinarsi a me. Quella per la danza è una propensione naturale che non so esattamente da cosa derivi.

Cosa pensavi quando le scuole di danza ti rifiutavano? Hai mai pensato di non farcela e mollare tutto?  

Mi sentivo sbagliata e triste, non capivo per quale motivo mi rifiutassero e mi chiedevo continuamente cosa ci fosse di sbagliato in me. Ciononostante, non ho mai mollato, perché la mia passione per la danza è sempre stata più forte di ogni rifiuto. 

Credo che non mollare sia stata la scelta più giusta che potessi fare, perché tre anni fa una scuola di danza è riuscita ad andare oltre la mia condizione fisica, permettendomi di realizzare il mio sogno.

Cosa provi quando danzi? 

Provo un’ emozione immensa, difficile da spiegare. È come se sentissi dentro me un fuoco, il quale, quando arriva il momento di danzare, mi muove.Quando danzo mi sento libera come una farfalla e leggera come una piuma che anche un leggero alito di vento porterebbe via in un batter d’occhio.

Praticare danza ha apportato miglioramenti alla tua condizione fisica?

Gran parte dei miglioramenti della mia condizione fisica li devo alla danza. 

È solo grazie a quest’ ultima se posseggo una buona capacità di movimento nel momento in cui mi siedo a terra, se riesco a spostarmi in sedia a rotelle da un posto all’altro e se ho finalmente recuperato la mobilità del braccio sinistro. E ritengo che questi siano solo i primi di tanti miglioramenti che avverranno con il trascorrere del tempo.

Sei mai stata vittima di bullismo a causa della tua disabilità?

Sono stata una dai 13 ai 18 anni. Venivo costantemente presa in giro, tutti ridevano di me e mi escludevano. La danza era la mia via di fuga, la mia ancora di salvezza, quel qualcosa che mi ha permesso di non conferire importanza a tutto questo e continuare a sorridere.

Hai sofferto di anoressia: per quale motivo sei finita in questo tunnel e come sei riuscita a venirne fuori?

Ho iniziato a soffrire di anoressia quando avevo dodici anni, perché l’ essere presa in giro continuamente, il non avere amiche avevano fatto sì che odiassi la mia condizione fisica e di conseguenza anche il mio corpo. Sono riuscita a venir fuori da questa situazione grazie alla mia passione per la danza. Ho compreso che se avessi continuato a farmi del male fisicamente, non sarei mai riuscita a trovare una scuola di danza che mi accettasse, ed io una scuola di danza volevotrovarla ad ogni costo.

Come immagini il tuo futuro?

Non so come sarà il mio futuro, ma spero di diventare una ballerina o almeno, di riuscire a diventare un’ insegnante di danza. Vorrei poter insegnare danza anche alle persone con disabilitàe far si che nessuno si senta privato della possibilità di realizzare i propri sogni come è accaduto a me prima di incontrare le mie insegnanti, Dina e Elena, alle quali sarò eternamente grata per tutto quello che hanno fatto e ogni giorno fanno per me.

Utilizzi molto i social per parlare della tua passione per la danza nonostante sia in sedia a rotelle: qual è il messaggio che vuoi lanciare?

Utilizzo i social per parlare di questa mia passione, perché vorrei tutti capissero che i sogni, se ci credi davvero, possono realizzarsi, perché non esistono limiti che una passione non possa superare.

Cosa vorresti dire a tutte le persone che ritengono una persona in sedia a rotelle non possa praticare discipline come la danza?

Vorrei far capire loro quanto sbaglino a pensarla in questo modo. Vorrei dire loro che si possano fare tante cose meravigliose anche stando seduti. Che danzare in sedia a rotelle non solo sia possibile, ma sia anche una delle cose più belle della mia vita. Che una cosa, se la si può sognare, la si può anche fare.

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