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27 Luglio 2024

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Aiutare gli altri, la missione della dottoressa Daniela Galliano

di Anna Adamo

“Quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande, rispondevo che volevo aiutare gli altri. Avevo 8 anni quando decisi di voler diventare medico”.

Parla la dottoressa Daniela Galliano, medico chirurgo, specializzata in Ginecologia, Ostetricia e Medicina della Riproduzione, Responsabile del Centro PMA di IVI Roma.

“Voglio aiutare gli altri”.

Daniela Galliano rispondeva così quando le chiedevano cosa avrebbe voluto fare da grande. A soli 8 anni decise di voler diventare medico.

E medico lo è diventata per davvero.

Si è laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Torino e ha proseguito la sua formazione in Spagna e negli Stati Uniti. Si è specializzata in Ginecologia e Ostetricia in Spagna, dove ha conseguito cum laude il Dottorato di Ricerca in Chirurgia.

Ha svolto attività di ricercatrice presso importanti istituti di ricerca nazionali e internazionali, quali l’Institute for Cancer Research and Treatment di Milano.

È autrice di numerosi testi scientifici e studi internazionali, oltre ad essere stata relatrice in molti congressi nazionali e internazionali.

Nel 2020 ha pubblicato “Quanto ti vorrei. Quando la scienza medica ti aiuta ad avere un figlio”.

Insieme a lei abbiamo parlato di Medicina della Riproduzione, Infertilità e Gravidanza.

Tra le tecniche di preservazione della fertilità vi è il congelamento degli ovociti. In cosa consiste tale tecnica? E in quali casi è indicata? 

Il congelamento degli ovociti è una tecnica di fecondazione assistita che consente, dopo una stimolazione ovarica, di prelevare gli ovociti e conservarli nel tempo. In particolare, la tecnica della vitrificazione prevede l’immersione degli ovociti in nitrogeno liquido a una temperatura di –196 gradi sottozero. Il congelamento degli ovociti è indicato per quelle pazienti con una funzionalità ovarica a rischio. In questa categoria rientrano, in particolare, le donne che, in seguito ad una diagnosi di cancro o di una malattia autoimmune, devono essere sottoposte a un trattamento di chemioterapia o radioterapia. La riduzione della funzione ovarica può essere correlata anche alla necessità di un serie di interventi chirurgici all’ovaio per far fronte a patologie come l’endometriosi. Negli ultimi anni il ricorso a questa tecnica è sempre più richiesto anche per ragioni sociali. In questi casi la decisione di congelare i propri ovociti non dipende da una condizione di “rischio” per la funzionalità ovarica, ma dalla libera scelta di rinviare la gravidanza, mantenendo inalterati i livelli di fertilità nel tempo.

Infertilità maschile e femminile: quali sono le principali cause e le possibili soluzioni?

I fattori da valutare nelle ipotesi di infertilità maschile sono molti ed eterogenei e possono riguardare sia lo stile di vita (stress, consumo di alcol o sostanze stupefacenti), sia patologie che possono alterare la normale funzione testicolare o possono incidere sulla produzione spermatica. Anche l’infertilità femminile può dipendere da diverse cause. Fra le più rilevanti troviamo le alterazioni ormonali o tubariche, le patologie relative all’utero e le malattie di carattere genetico. Altri fattori che possono comportare effetti negativi sulla fertilità femminile sono le infezioni o gli interventi chirurgici pregressi, che possono causare un danneggiamento delle ghiandole cervicali. Per risolvere i problemi di fertilità, sia maschile sia femminile, è fondamentale la tempestività della diagnosi, che consente di intervenire in modo rapido ed efficace. Tuttavia, in molti casi, un approccio farmacologico o chirurgico può non rivelarsi sufficiente a far recuperare la fertilità. In queste ipotesi la soluzione ideale è far ricorso alla fecondazione assistita.

Ovaio policistico: sintomatologia, prevenzione e cura

Le ovaie policistiche sono caratterizzate da piccoli follicoli accumulati nell’ovaio, ma non rappresentano una malattia, sono una caratteristica con la quale una donna può nascere e si tratta di una condizione non accompagnata da una sintomatologia. La Sindrome dell’Ovaio Policistico, o PCOS, invece, è una condizione caratterizzata da obesità, anovulazione (assenza di ovulazione), e iperandrogenismo (incremento di ormoni maschili e di conseguenza aumento della peluria corporea). Approssimativamente, 1 donna su 10 in età fertile è affetta da Sindrome dell’Ovaio Policistico, che può presentarsi già nelle bambine dall’ età di 11 anni. Per trattare le ovaie policistiche di solito è sufficiente avere una dieta equilibrata, fare frequentemente esercizio fisico e controllare il proprio peso. La Sindrome dell’Ovaio Policistico, invece, deve essere tenuta sotto controllo al fine di prevenire problemi, attraverso pillole anticoncezionali, farmaci per il diabete, trattamenti per la fertilità, antiandrogeni, o altri tipi di cure, insieme al cambiamento di stile di vita, sempre adattato alla situazione e alla condizione di ciascuna paziente. È importante sapere che la Sindrome dell’Ovaio Policistico può essere trattata: anche se la presenza di questa condizione può rendere difficile una gravidanza, è importante sottoporsi alle cure di uno specialista per trovare la soluzione migliore per il proprio caso.

La medicina riproduttiva può rappresentare un valido aiuto per donne affette da malattie oncologiche? In che modo? 

Assolutamente sì. I trattamenti di chemioterapia e radioterapia possono provocare una riduzione del numero e della qualità degli ovociti, o un’insufficienza ovarica precoce che comporta la cessazione della funzione riproduttiva e ormonale. Conservare la propria fertilità prima di un trattamento oncologico permette di aumentare le possibilità di avere un bambino, dopo la guarigione. È possibile congelare i propri ovociti con la massima celerità, in modo da poter iniziare subito il trattamento oncologico. Una volta guariti, si può contare sulla possibilità di avere figli nonostante gli effetti negativi che queste cure possono avere sulla fertilità.

Recenti studi attestano che il fumo sia causa di infertilità femminile. Per quale motivo? Quali danni può provocare?

 Il consumo di nicotina è estremamente dannoso per la fertilità. Nelle donne, fumare può arrecare danni molto importanti alle ovaie e agli ovuli, oltre ad aver un ruolo decisivo nel causare una menopausa precoce o problemi di ovulazione. Secondo il Registro Nazionale della Procreazione Medicalmente assistita le fumatrici sono in generale meno fertili, hanno una minore possibilità di concepire per ciclo rispetto a chi non fuma e impiegano in media un anno in più a restare incinte. I componenti tossici del fumo si accumulano nei tessuti dell’apparato riproduttivo e in particolare la nicotina ed il benzopirene si depositano nel liquido follicolare e nelle cellule dell’ovaio, causando uno stress ossidativo che danneggia il DNA delle cellule coinvolte. La conseguenza diretta consiste in una riduzione della qualità dei follicoli ovarici e in un maggior rischio di riduzione avanzata della riserva ovarica. Un recente studio del Ministero della Salute ha evidenziato come il fumo, da questo punto di vista, possa essere correlato a circa il 13% dei casi di infertilità femminile.

Un’altra causa di rischio infertilità è l’ obesità. In che modo la medicina della riproduzione può aumentare la possibilità di gravidanza in donne obese? 

Le donne obese possono necessitare di più tempo per ottenere una gravidanza spontanea e per loro la possibilità di incorrere in problemi di infertilità è tre volte maggiore rispetto alle donne con un peso nella norma. Questo si deve a diversi fattori che influenzano la loro prognosi riproduttiva, come la bassa recettività endometriale: le percentuali di impianto e di gravidanze diminuiscono significativamente con l’aumento dell’Indice di Massa Corporea. Inoltre, nelle donne obese il rischio di complicanze durante il parto è tre volte superiore rispetto alle donne con peso normale, le percentuali di aborto aumentano e il rischio di morte fetale e di parto prematuro raddoppiano. La medicina della riproduzione può aiutare attraverso il trasferimento differito dell’embrione, che può migliorare la prognosi riproduttiva di queste pazienti, ma va sempre consigliato alle donne di affrontare la gestazione con un peso il più vicino possibile alla normalità.

Esiste una correlazione tra inquinamento e infertilità? 

Purtroppo sì. È ormai noto che l’inquinamento atmosferico ha un impatto negativo sulla riproduzione femminile e maschile. In particolare, molti studi epidemiologici hanno osservato che i fattori ambientali e l’esposizione ad agenti chimici incidono sulla dimensione, sulla motilità e sul numero degli spermatozoi. Purtroppo, oltre all’aria che respiriamo, siamo circondati da moltissimi agenti e sostanze inquinanti anche negli oggetti di uso comune. I responsabili principali del calo di fertilità sono in particolare gli ftalati e il bisfenolo A, o BPA, che si trovano in prodotti per la pulizia della casa, per la cosmesi e nei composti plastici, in contenitori alimentari plastificati e persino negli integratori alimentari. Queste sostanze sono distruttori endocrini, ossia interferiscono nel nostro equilibrio ormonale che è fondamentale per la riproduzione. È importante leggere bene le etichette degli alimenti, con particolare attenzione all’elenco di materie prime ed eccipienti, e degli oggetti di utilizzo quotidiano. È auspicabile che in futuro si vada sempre più verso oggetti con dicitura “BPA free”.

Quali sono i rischi che una donna deve evitare se è in gravidanza nei mesi estivi?  In gravidanza, l’aumento di peso e i cambiamenti ormonali possono provocare cali di pressione e la sensazione di avere le gambe pesanti. Il caldo, che determina la dilatazione dei vasi sanguigni, rende infatti più difficile il flusso di sangue nelle vene. Meglio quindi evitare situazioni in cui la temperatura del corpo può salire, come la sauna o un’eccessiva esposizione al sole. Attenzione anche alla disidratazione e a sport che prevedano movimenti bruschi. È bene bere tra i due e i tre litri d’acqua: la disidratazione può infatti aumentare il rischio di infezioni delle vie urinarie.

Quali sono i cibi da consumare in gravidanza e quali quelli da evitare? Perché?

 Per uno sviluppo sano dell’embrione si consiglia una dieta estremamente varia, evitando quei cibi che possono aumentare il rischio di toxoplasmosi, quali pesce crudo, molluschi, crostacei, carni poco cotte e insaccati. Per le uova ed il latte, meglio consumare le prime ben cotte e con il tuorlo ben addensato al fine di evitare il rischio di salmonellosi. Si deve poi assumere il latte solo dopo accurata bollitura per evitare infezioni batteriche quali l’Escherichia coli. Frutta e verdura sono ammesse nella dieta, ma occorre lavare e sbucciare la frutta e lavare accuratamente la verdura. Durante la gravidanza meglio astenersi completamente dall’alcool, che può arrecare gravi danni al bambino o causare aborto. Anche la caffeina, se assunta in grandi quantità, può influenzare lo sviluppo del bambino e il peso alla nascita.

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