ROMA, 3 novembre 2025 – «Nessun magistrato di buon senso può pensare che si sia attentato all’indipendenza della magistratura, perché nella legge costituzionale questo principio è consacrato a chiare lettere». Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in un’intervista al Corriere della Sera, difende la riforma del Consiglio Superiore della Magistratura e l’introduzione del sorteggio tra i membri togati, tema che sta animando il dibattito politico e giudiziario.
Nordio riconosce che «i vertici dell’Associazione Nazionale Magistrati sono contrari» alla riforma, ma aggiunge ironicamente: «Nessun tacchino si candida al pranzo di Natale». In realtà, secondo il ministro, «molti magistrati, nella riservatezza, confessano di essere favorevoli al sorteggio, che li svincola dall’ipoteca delle correnti».
Il guardasigilli collega il tema anche ad altre battaglie condotte dal governo, ricordando che «molti sindaci del Pd, segretamente, erano favorevoli all’abolizione dell’abuso d’ufficio». «Ogni magistrato – osserva – sa che la carriera dipende dal Csm, condizionato dalle correnti. Per chi non è iscritto diventa difficoltoso. Anche il procuratore Gratteri lo sa: infatti è favorevole al sorteggio».
Nordio rivendica poi la volontà del governo di rafforzare il primato della politica: «Questa riforma restituisce alla politica il suo primato costituzionale. Il governo Prodi cadde perché Mastella, mio predecessore, fu indagato per accuse poi rivelatesi infondate. Mi stupisce che una persona intelligente come Elly Schlein non capisca che questa riforma gioverebbe anche a loro, nel momento in cui andassero al governo».
Sul tema dell’obbligatorietà dell’azione penale, il ministro chiarisce: «Non l’abbiamo toccata e non lo faremo. È stata Italia Viva di Renzi a lamentarsi che non abbiamo modificato né l’obbligatorietà né la responsabilità civile dei magistrati. Lo abbiamo evitato proprio per non far pensare a un’iniziativa punitiva verso la magistratura».
Quanto all’istituzione dell’Alta Corte disciplinare, Nordio spiega che si tratta di «un organismo già previsto dalla bicamerale di D’Alema trent’anni fa, composto da elementi altamente qualificati e garanzia di indipendenza dallo strapotere correntizio, che tutti definiscono deviato e inaccettabile».
Il ministro sottolinea infine il ruolo del presidente della Repubblica, che «presiederà i due Csm, quello dei giudici e quello dei pubblici ministeri. Conferirgli anche una funzione disciplinare sarebbe stato investirlo di responsabilità incompatibili con la sua alta carica».
Conclude con un riferimento personale: «Berlusconi ha subito numerosi processi, e anche opinionisti di sinistra hanno parlato di accanimento. Ma della necessità di separazione e di sorteggio ne avevo scritto già nel 1995. Mi permetto di rivendicarne il copyright».




