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14 Novembre 2025

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La criminalità nel pallone – L’inchiesta

Stop alla Juve Stabia: “Era gestita dai boss”

La società calcistica della Juve Stabia è stata posta sotto amministrazione giudiziaria per 12 mesi a causa dell’infiltrazione della camorra nella gestione dei biglietti, steward, trasporti e settore giovanile.

L’indagine, coordinata dalla Procura di Napoli e dalla DIA, ha svelato un sistema di controllo criminale sull’intero apparato societario, con figure vicine ai clan D’Alessandro che influenzavano le attività del club.

Si tratta del primo caso in Italia di gestione commissariata di una squadra di Serie B per motivi legati alla criminalità organizzata.

L’inchiesta ha messo in luce come il calcio, dai vertici dirigenziali alle curve, possa diventare terreno di potere per le mafie, capaci di generare profitti e consenso sociale. Anche altre società, come Foggia e Crotone, sono finite sotto indagine per legami simili tra tifoserie organizzate e clan locali.

Omicidi, denaro e droga: lo sport ostaggio dei clan

Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo ha lanciato l’allarme: “Non solo calcio”.

Secondo Melillo, la criminalità organizzata ha esteso i suoi interessi a vari sport, sfruttando il business dei biglietti, dei parcheggi e delle sponsorizzazioni per riciclare denaro e consolidare il controllo del territorio.

Le curve e i gruppi ultras diventano veri e propri centri di potere, spesso in combutta con clan locali. Alcuni capi tifoseria si comportano come boss, gestendo affari illeciti, violenza e traffici di droga.

Le indagini in corso coinvolgono tifoserie di Inter, Milan, Roma e Lazio, con collegamenti alle ’ndrine del Nord.

Il fenomeno è aggravato da episodi di razzismo e fanatismo, e in alcuni casi da omicidi legati agli scontri tra gruppi di tifosi.

Messaggio chiave

  • Il calcio e lo sport in generale sono sempre più nel mirino delle mafie.
  • Clan e ultras formano un intreccio pericoloso che usa lo sport come canale di riciclaggio, potere e violenza.
  • Le istituzioni reagiscono con commissariamenti e indagini antimafia, ma il fenomeno è diffuso e strutturato a livello nazionale.

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