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14 Novembre 2025

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Occhiuto trionfa in Calabria: il centrodestra conquista il bis e fa la storia della Regione

Roberto Occhiuto ce l’ha fatta di nuovo. Il presidente uscente della Regione Calabria, espressione del centrodestra unito, ha vinto nettamente le elezioni regionali confermandosi per un secondo mandato consecutivo — un risultato mai raggiunto prima nella storia politica calabrese.

Con circa il 59,8% dei voti, Occhiuto ha distanziato il principale sfidante, Pasquale Tridico, sostenuto dal cosiddetto campo largo progressista, fermatosi attorno al 39%. Un margine di quasi venti punti percentuali che consolida il dominio del centrodestra in una delle regioni politicamente più complesse del Paese.

Un risultato storico

È la prima riconferma di un governatore nella storia della Calabria. Finora, ogni presidente regionale aveva lasciato il posto a una nuova amministrazione dopo un solo mandato. Occhiuto spezza la tradizione, rafforzando la sua leadership e quella di Forza Italia, che si afferma come primo partito della coalizione con oltre il 18% dei consensi.

“La Calabria ha scelto la continuità e la stabilità,” ha dichiarato Occhiuto nella notte dello spoglio, ringraziando “una regione che non ha creduto alle polemiche ma ai fatti concreti”. Il governatore ha rivendicato i risultati sul piano della sanità, delle infrastrutture e della lotta alla burocrazia, promettendo “un quinquennio di rilancio economico e credibilità istituzionale”.

Il candidato del centrosinistra, Pasquale Tridico, ex presidente dell’INPS, non è riuscito a ribaltare i rapporti di forza. Nonostante una campagna elettorale intensa e il sostegno congiunto di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e altre sigle progressiste, la coalizione non ha superato la soglia del 40%.

Tridico ha riconosciuto la sconfitta, parlando di “una partita difficile ma non persa per sempre” e auspicando “un’opposizione costruttiva, capace di incidere sui grandi temi sociali”.

Affluenza in calo

L’altro dato significativo è quello dell’astensione. Solo il 43,1% degli aventi diritto si è recato alle urne, in leggero calo rispetto al 44,3% del 2021. Un segnale che riflette la disillusione di gran parte dell’elettorato, soprattutto nei centri minori e nelle aree interne, dove la partecipazione è scesa sotto il 40%.

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