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17 Luglio 2025

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Ius Scholae: torna il dibattito politico, tra aperture e tensioni in Parlamento. La sponda Pd a FI

Roma, 3 luglio 2025 – Il tema dello Ius Scholae è tornato prepotentemente al centro del dibattito politico italiano, riaccendendo confronti accesi tra le forze parlamentari. Dopo mesi di silenzio e priorità diverse, l’ipotesi di una nuova legge sulla cittadinanza per i giovani nati o cresciuti in Italia riapre uno degli argomenti più divisivi degli ultimi anni.

Lo Ius Scholae, letteralmente “diritto della scuola”, prevede il riconoscimento della cittadinanza italiana per i minori stranieri che abbiano completato un percorso scolastico significativo nel nostro Paese. Si tratta di un modello che punta a valorizzare l’integrazione attraverso l’istruzione, offrendo diritti a quei ragazzi e ragazze che, pur nati da genitori stranieri, vivono, studiano e crescono in Italia, spesso senza sentirsi “stranieri”.

Il Partito Democratico ha rilanciato il tema, presentando una proposta che mira a superare l’attuale normativa, considerata da molti ormai inadeguata a rispondere alle esigenze di una società sempre più multiculturale. Secondo le stime, sarebbero oltre 800 mila i giovani potenzialmente interessati dalla riforma.

Tuttavia, le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Da un lato, Forza Italia si mostra disponibile a discutere la questione, soprattutto con l’obiettivo di trovare un compromesso che tuteli sia l’integrazione sia le esigenze di controllo e gradualità. Dall’altro, esponenti della Lega e di Fratelli d’Italia si oppongono con fermezza, definendo la proposta “un colpo di spugna sulla sovranità nazionale” e sostenendo che la priorità debba restare la sicurezza e il rispetto delle regole sull’immigrazione.

Il dibattito si preannuncia lungo e complesso, con il rischio che lo scontro politico possa rallentare ulteriormente un processo di riforma atteso da anni. Le associazioni per i diritti civili, intanto, tornano a mobilitarsi, chiedendo al Parlamento di ascoltare le storie e i bisogni concreti di una generazione che si sente italiana, ma che ancora oggi vive in una sorta di “limbo burocratico”.

Nonostante le divisioni, alcuni osservatori sottolineano come la riapertura del confronto rappresenti comunque un passo avanti, in un contesto dove il tema della cittadinanza è rimasto troppo a lungo congelato.

Resta da vedere se, tra compromessi e scontri ideologici, il 2025 sarà finalmente l’anno di una riforma attesa da migliaia di giovani che sognano un’Italia più inclusiva.


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