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17 Luglio 2025

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Iervolino unico colpevole, da Re Mida a distruttore di sogni

Alla fine è andata come tutti si aspettavano: retrocessione in Serie C tra tante (e giustificate) polemiche arbitrali. Ma lasciamo per un attimo da parte la doppia sfida contro la Sampdoria e anche gli scontri avvenuti all’interno dello stadio.

Partiamo dai dati di fatto. Per due anni di seguito – uno in Serie A e uno in Serie B – la Salernitana è stata perennemente in zona retrocessione. Per due anni di seguito ha cambiato 4 allenatori a stagione (lo scorso anno Paulo Sousa, Filippo Inzaghi, Fabio Liverani e Stefano Colantuono; quest’anno Giovanni Martusciello, Stefano Colantuono, Roberto Breda e Pasquale Marino) e due direttori sportivi (lo scorso anno Morgan De Sanctis e Walter Sabatini; quest’anno Gianluca Petrachi e Marco Valentini).

Durante l’autunno della stagione 2021/2022, la prima di Serie A, la curva cantava “liberate la Salernitana” e la liberazione avvenne davvero, per mano di Danilo Iervolino. Di lui si disse che a Salerno era arrivato un novello Re Mida e che tutto ciò che Danilo toccava diventava oro. Fu un grande finale di stagione, anche grazie ai colpi di mercato di Walter Sabatini. Una salvezza storica raggiunta e un futuro radioso davanti tutto da costruire. I tifosi iniziavano a credere davvero alla storia di Re Mida.

Su “Il Mattino”, due anni fa, Iervolino prometteva che in “due anni” avrebbe portato la Salernitana tra le prime dieci in Serie A, a giocarsi – magari – anche un posto in Europa.

E invece … 

E invece dopo tre anni da allora, Iervolino è riuscito in un record ancora più grande ma di segno opposto: riportare la Salernitana negli inferi della Serie C e far rimpiangere addirittura la coppia tanto odiata a Salerno Lotito-Fabiani.

Presunzione e mancanza di programmazione, queste le cause del disastro della gestione di Danilo Iervolino.

Presunzione, perché non si può pensare di improvvisarsi esperti di ciò che non si sa solo perché il conto in banca ha parecchi zeri. 

Mancanza di programmazione, perché non si può pensare di cambiare otto volte l’allenatore e quattro direttori sportivi in due anni e pensare che le cose possano andare bene.

Il calcio non è una scienza esatta e, quindi, anche facendo le scelte giuste non per forza si raggiungono i risultati sperati, ma il calcio non è improvvisazione e facendo scelte sbagliate – in serie – di sicuro non verrà fuori nulla di buono.

E neanche le ultime dichiarazioni di Iervolino sulla voglia di ripartire e sul mea culpa fatto per aver esonerato Filippo Inzaghi (stiamo parlando di 7 allenatori fa) possono tranquillizzare i tifosi perché il patron che sfugge al confronto con la stampa ha perso ogni credibilità.

I tifosi, nonostante il loro immancabile sostegno, sono stati mortificati sia dalle prestazioni della squadra, sia dall’assordante silenzio di una dirigenza rimasta in balia della Federazione aspettando inerte un epilogo scontato.

Facesse qualcosa davvero Iervolino. E lo facesse subito. Perché partendo oggi, sarebbe comunque già in ritardo.

Donato D’Aiuto

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