“Nel 2012 ero in prima linea per la tappa napoletana dell’America’s Cup World Series. Era la fase preparatoria e non la fase finale che ha sicuramente più fascino. Fu, quello del 2012, un grande evento. Un impatto economico significativo per la città di Napoli. Fu importante il ritorno di immagine perché venivamo dagli anni dei rifiuti in strada”. Lo ricorda Gaetano Amatruda, oggi direttore de l’Impertinente e consulente del Campania Dih Rete Confindustria, all’epoca portavoce del Presidente della Regione, Stefano Caldoro.
“Si, con Caldoro e con la collaborazione istituzionale si scrisse una bella pagina. Ricordo il lavoro comune con Graziano degli Industriali e con De Magistris e Luigi Cesaro”.
“Per ospitare l’evento, vado a memoria, furono spesi – ricorda -complessivamente circa 16 milioni di euro, di cui 12 milioni provenienti da fondi europei stanziati dalla Regione Campania, 3 milioni dalla Provincia e 1 milione dal Comune di Napoli. Una parte consistente di questi fondi fu utilizzata per infrastrutture, come il prolungamento della scogliera di via Caracciolo (4 milioni di euro), l’allestimento del Public Event Village (3,22 milioni di euro) e il piano di comunicazione (660 mila euro). Il ritorno economico fu concreto”.
“Secondo uno studio condotto da Deloitte, l’evento generò – sottolinea – un ritorno economico di circa 36 milioni di euro, triplicando, cioè, l’investimento iniziale. L’Università Parthenope ha stimato una presenza di circa 530.000 spettatori, con picchi fino a 775.000, e un aumento del 7% nel traffico di passeggeri internazionali nel mese di aprile rispetto all’anno precedente. Sono certo saranno impressionati e più importanti i numeri del 2027. Al Comune di Napoli, al sindaco Manfredi, ed al Governo i complimenti per il traguardo raggiunto”.