“Malgrado tutto, abbiamo rispettato la tabella di marcia. Dalla pista da bob alle opere accessorie, c’è soddisfazione per come la barca procede. Ma in questo ultimo anno abbiamo tante cose da completare, organizzare, sistemare. Il cronoprogramma, con grande complessità, lo stiamo rispettando”. Lo dice Giovanni Malagò, numero uno del Coni e presidente della Fondazione Milano-Cortina. L’analisi sui prossimi Giochi Invernali. A quasi un anno dal via, i preparativi procedono. Se la pista da bob di Cortina non fosse pronta il piano B sarebbe Lake Placid negli Usa. “Era l’unica pista pronta a costo zero tra quelle che ci hanno proposto. È evidente – dice a Repubblica – che sarebbe una sconfitta, non ci sottraiamo. Siamo consci della responsabilità, non vogliamo alibi: ma ci siamo trovati in un percorso molto più complesso rispetto a un Mondiale o a un Expo”. C’è anche la questione del laboratorio antidoping di Roma, col rischio di dover eseguire i test a Parigi. “La partita però è tutta nelle mani del governo e di Sport e Salute, a cui è delegata la realizzazione dell’opera. Sto settimanalmente chiedendo notizie in merito”.
Smentita l’ipotesi di un buco di bilancio di centinaia di milioni (“non c’è da allarmarsi o da fare polemiche. Poi certo, rispetto alle previsioni del 2019 i costi sono aumentati”), c’è poi la questione della presidenza del Coni: ad oggi Malagò non potrebbe correre per un quarto mandato. “Se ci sarà o meno un cambio del limite sui mandati non lo dovete chiedere a me ma a qualcun altro, che si è già espresso”.