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Coscioni? Non ci piace. Ma doveva rimanere alla guida Agenas

Il Socialista Impertinente

L’Impertinente non ha grande stima di Enrico Coscioni. Ha una idea ‘padronale’ della sanità e, troppo spesso, pare abbia preferito simpatie ed appartenenze politiche al merito. Sua, poi, la grande responsabilità della crisi del reparto di cardiochirurgia a Salerno. Era una eccellenza.
Detto questo il garantismo non è aria fritta.
Coscioni, in questi giorni, è stato sospeso da Agenas. Lo ha stabilito la presidenza del Consiglio dei Ministri, il cardiochirurgo salernitano è stato sollevato dall’incarico di presidente dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, su proposta del Ministro della Salute. La decisione è stata motivata da fatti addebitati “di tale gravità da avere indubbi riflessi anche sull’incarico svolto dallo stesso quale presidente dell’Agenas
I fatti, è bene chiarirlo, non sono stati dimostrati. Ci vorrà un processo perché sia tutto accertato.
Nelle more Coscioni è innocente. Detto questo poteva e doveva continuare nel suo ruolo. Il Ministero, una istituzione della Repubblica, non può utilizzare provvedimenti di natura cautelare per modificare i lavori ed il percorso di un’altra istituzione, non può seguire gli umori politici. Non è civiltà.

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