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La sferzata. Basta Disabili in tv o sui giornali solo per raccontare la propria storia. Li si faccia parlare anche di altro

di Anna Adamo


Hanno un fascino incredibile,le storie di chi cade e si rialza, di chi accetta una disabilità o una malattia e trasforma quello che per gli altri è un punto debole in un punto di forza, infatti i giornali e la televisione sono pieni di persone che raccontano la propria storia.
Ebbene si,inutile negarlo, queste storie creano audience, ecco perché vengono raccontate.
“I coraggiosi,gli eroi”, è così che giornali e televisione amano definire chi quelle storie le racconta, peccato, però, che questi ultimi con il coraggio e gli atti di eroismo abbiano ben poco a che fare.
E no, non è di certo questo il problema.
È giusto che chiunque voglia abbia la possibilità di raccontare la propria storia e accetti di essere chiamato eroe o di essere definito coraggioso, ognuno di noi, del resto, è libero di fare ciò che vuole della propria vita.
Ciò che, invece ,risulta essere spregevole è il fatto che quelle persone vengano prese in considerazione solo per la storia che raccontano, per la malattia o la disabilità da cui sono affetti.
Vengono citati dai giornali, ripresi dalla televisione o messi sui palchi ad essere applauditi per un tempo infinito, anche più volte, però mai nessuno ha il coraggio di farli mettere in gioco per mostrare anche altro oltre quello di cui hanno sempre parlato.
È davvero così difficile anche solo pensare che una persona con una disabilità o una malattia possa avere tante altre qualità da mostrare?
È davvero così difficile permettere ad una persona con disabilità di intervenire su temi di carattere politico, o su qualunque altro argomento che non riguardi la disabilità, attraverso un giornale o la televisione?
Quanto ancora deve durare il giochetto secondo il quale chi ha una storia strappalacrime alle spalle deve essere etichettato come se la sua vita si riducesse solo a quest’ultima?
La chiamano “passo avanti”, la possibilità che viene data a chi è protagonista di determinate storie di poterne parlare in televisione e sui giornali, ma la verità è che non è stato fatto nessun passo avanti.
Il passo avanti,quello vero, sarà fatto solo quando ai disabili verrà permesso di parlare anche di altro, oltre che della propria storia, quando li si prenderanno in considerazione per ciò che sanno fare e non per ciò che purtroppo non possono fare.
Ma, fino a quel momento, sia chiaro non sia stato fatto altro che lucrare sulle sfortune altrui.
E di questo bisognerebbe solo vergognarsene.

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