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Si difenda Bruxelles. Non si commettano gli errori dell’Italia degli anni novanta 

Le Istituzioni vanno difese sempre, soprattutto nei momenti di maggiore criticità. Chi ha responsabilità, chi ha sensibilità e cultura politica deve essere argine alla volgarità populista, deve essere contraltare a chi soffia rancore. Deve favorire il ragionamento rispetto alla furia di chi delegittima, discredita. 

In queste settimane si è scatenata una pessima narrazione sul Parlamento Europeo ed i suoi componenti. L’opinione pubblica, inferocita da certa magistratura e da organi di stampa, semplifica e perde fiducia sull’emiciclo di Bruxelles. Un errore.

Le forze politiche, quelle ragionevoli, i parlamentari europei hanno il dovere di difendere le Istituzioni, di gridare un fatto elementare: singoli casi che raccontano fattispecie di reato non possono diventare un fenomeno sociologico.

Quando nel 1992 scoppiò Tangentopoli si scatenò, in Italia, un attacco violento contro le Istituzioni. La politica si arrese. A Bruxelles non si commetta lo stesso errore

Quando nel 1992 scoppiò Tangentopoli si scatenò, in Italia, un attacco violento contro le Istituzioni. Singole ipotesi di reato divennero, nella narrazione generale, costume. La magistratura andò oltre il suo ruolo e dai singoli casi giudicava il contesto complessivo, si indagava sui fenomeni culturali, sui sistemi. Le garanzie per gli imputati finirono per scomparire, il garantismo divenne sconosciuto. Gli organi di stampa divennero megafono delle Procure. La politica si arrese. Forze private e lobby si impadronirono di fette del Paese. I danni di quegli anni hanno condizionato la politica italiana per trenta anni. Il clima di caccia alle streghe ha prodotto danni con la pala.

Non si commetta lo stesso errore in Europa. Si difenda, oggi con determinazione maggiore rispetto a ieri, l’Istituzione europea. Si denuncino le esagerazioni delle Procure. E sono già tante. Si abbia il coraggio, anche sui casi singoli, di distinguere la corruzione dal finanziamento di attività politiche. Senza ipocrisia. Si faccia, poi, una differenza fra i singoli casi ed il consesso generale.

E’in atto un attacco senza precedenti al Parlamento europeo. Si lavori affinché la stampa riesca a raccontarlo, si lavori per capire chi sta delegittimando l’unica Istituzione eletta dai cittadini. 

La politica, insomma, reagisca. Senza timori. 

Se si mina la credibilità dell’Aula di Bruxelles si spalancheranno le porte a ‘poteri oscuri’ e pagheremo i danni per anni. Non si commettano gli errori dell’Italia degli anni novanta. 

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