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Il ministro Calderoli: “L’autonomia conviene, lo spiegherò a tutti”

Il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli a “Libero Quotidiano” conferma che non sono solo le regioni di centrodestra a volere maggiore autonomia: “Si’. Ci sono Lombardia, Veneto ed Emilia che hanno gia’ sottoscritto l’accordo col governo, poi c’e’ il Piemonte che non lo ha ancora fatto. E poi c’e’ la Toscana con Giani che e’ quello che ha meglio interpretato il dettato costituzionale. Ha individuato due materie che nella sua regione possono fare la differenza e su quelle ha chiesto un percorso di maggiore autonomia. E ce ne sono tante altre che stanno facendo questa strada”.

I problemi

Ci sono però problemi.  “A giorni incontrero’ tutti i governatori per dire loro che io mettero’ a disposizione il ministero e le mie competenze per trovare le soluzioni giuste per ognuno. Ad esempio ho gia’ dato mandato ai tecnici di fare uno studio sulle maggiori risorse che una regione potrebbe ricavare in base alle singole materie concorrenti. Credo sia una cosa che vada a vantaggio di tutti”. “Poi, e’ vero, – spiega – ci sono anche Puglia e Campania che contrastano il percorso dell’autonomia, ma la loro, mi sento dire, e’ una posizione puramente ideologica. Tocchera’ ai due governatori, una volta che i cittadini toccheranno con mano i benefici di questo processo, spiegare perche’ non l’hanno voluto attuare”.

Il dibattito non e’ solo sulle competenze, ma anche sulle risorse: “Bisogna stare attenti a non confondersi: un conto e’ parlare di federalismo fiscale, un altro e’ di dare ulteriori materie di competenza alle regioni. Si deve andare per passi, senza trovare soluzioni superficiali. Quindi il primo step sara’ quello di affidarsi alla spesa storica per ogni singola materia che verra’ devoluta. Poi bisognera’ fissare i Livelli essenziali di prestazione, che non sono stati decisi in 22 anni, non e’ che io posso farlo in 15 giorni…Una volta che i Leo saranno decisi allora si potra’ passare dalla spesa storica a una redistribuzione piu’ puntuale delle risorse”. Fare il ministro degli Affari regionali, pero’, non vuol dire occuparsi solo di autonomia: “Adesso mi sembra un po’ il tavolo del piagnisteo, dove le regioni vengono col cappello in mano a chiedere soldi al governo. La mia idea e’ quella di attuare l’articolo 114 della Costituzione in maniera orizzontale e mettere sullo stesso piano Stato, regioni, province e Comuni. Il tavolo deve diventare un luogo propositivo dove tutti parlano stando sullo stesso piano e con pari dignità” ha concluso Calderoli. 

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