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28 Marzo 2024

Chi siamo

Ernesto Bassignano colpisce ancora con l’album “SIAMO IL NOSTRO TEMPO”

di Massimo Ricciuti

Non ne sbaglia una, il nostro Bax. Artista civile dalle mille risorse e sfaccettature, Ernesto Bassignano da più di cinquant’anni è costantemente impegnato a vivere e raccontare “il nostro tempo”. Ecco, infatti, che proprio in questi giorni è su tutte le piattaforme e marketplace digitali il suo nuovo album “SIAMO IL NOSTRO TEMPO” (Interbeat-L’Orto). E’ il suo undicesimo album. Contando anche il meraviglioso lavoro collettivo da lui progettato e diretto “Ritratti D’Autore-Bax, Bindi & Friends” con il quale, insieme a vari artisti, ha riproposto i brani composti insieme a Umberto Bindi.

L’album

SIAMO IL NOSTRO TEMPO” è un capolavoro che si impone per la propria essenzialità e adesione al contemporaneo. Una adesione che sa di partecipazione, di coinvolgimento, di presenza attiva. E’ un coraggioso e raffinatissimo segnale contro l’indifferenza, contro il conformismo, contro il “tanto che ci vogliamo fare?”.

Siamo tutti coinvolti, canta Bax, nel bene e nel male. Nella gettatezza della vita non c’è spazio per il qualunquismo, per l’egoismo sociale. 

E’ un disco molto particolare, di quelli che rimangono impressi sin dal primo ascolto. Ma non perché di facile ascolto, ma per la nettezza del messaggio. Nettezza che non lascia spazio a fronzoli di una “produzione” che possa sovrastare e manipolare il “discorso”. Anzi, qui la scelta consiste proprio nella essenzialità degli arrangiamenti. Un solo musicista in studio, Edoardo Petretti.  Bassignano gli ha consegnato le sue canzoni, con testi e accordi di chitarra e nulla più. Ma una idea ben precisa. “Non devono esserci artifici, né effetti speciali!”. 

Infatti Petretti veste le canzoni di Bassignano con un abile e semplice lavoro di sartoria. Un vestito su misura. Quello di un cantore civile che attraverso i suoi versi ci avvolge in un abbraccio velato di una lieve malinconia che sta a dirci che non siamo soli.

Pianoforte, fisarmoniche, qualche percussione, corde di chitarra pizzicate con dolcezza e va bene così. 

E’, in fondo, una certa “francesità” che sempre più emerge negli ultimi album di Ernesto. Nulla che possa far ombra ai bellissimi versi del nostro. C’è giusto qualche contrappunto di violoncello, qua e là, della bravissima Giovanna Famulari.

Otto canzoni. Otto poesie. Un album che dura giusto 26 minuti. Come si faceva una volta. Quando i dischi li si mettevano su una audiocassetta da sessanta minuti utilizzando un solo lato. Viene da lì, Bax. Dal FolkStudio, dal Teatro Politico Di Strada con Gian Maria Volontè. Capostipite della Scuola Romana, quella che avrebbe partorito De Gregori, per intenderci, Bax ha accompagnato la sua attività di cantautore con quella di “talent Scout”, di giornalista, di organizzatore di eventi culturali di enorme spessore, di autore e conduttore radiofonico (Ho Perso Il Trend) e poi pittore, disegnatore a tanto altro ancora.

Queste otto canzoni sono otto fotografie di quello che siamo oggi.

Difficilissimo dire quale brano sia più rappresentativo… E’ un concept album, si sarebbe detto una volta. Certo, la title track è davvero poderosa. C’è dentro tutto… Il recitativo che poi esplode su un tappeto sonoro fatto di percussioni e voci etc.etc. Ma tutto viene declinato al presente. Non vi sono nostalgie per il passato, piuttosto il rammarico di ciò che stiamo vivendo e che in fondo potrebbe essere diverso. Se solo potessimo. Se solo volessimo. 

Ma “passerà”! Passerà! Così ci incoraggia il Maestro. 

E noi accogliamo il tuo abbraccio e ricambiamo con affetto, caro Bax…

Qui il link per ascoltare “Le Voci Della Strada

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