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25 Aprile 2024

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Un nuovo governo che punti su famiglia, natalità e giovani

“Dal prossimo Governo ci aspettiamo un completo riorientamento delle politiche pubbliche a favore della natalità, dei giovani e della famiglia, la più grande emergenza del nostro Paese, infatti, è oggi quella demografica, gli ultimi dati Istat con – 400 mila nascite annue certificano come l’Italia sia una nazione in cui le nuove generazioni sono fuoriuscite dai piani di vita dei suoi stessi abitanti”. Lo afferma Benedetto Delle Site, Presidente Nazionale del Movimento Giovani dell’UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti). “La buona economia – continua il presidente dei giovani imprenditori cattolici – si fonda innanzitutto sulla vita: senza questa non reggerà ancora a lungo il nostro sistema di protezione sociale, non terranno i consumi, molte imprese smetteranno di investire e si troveranno di fronte uno scenario sempre più sfavorevole. Senza nuovi nati anche il nostro sistema imprenditoriale non potrà rigenerarsi, mancherà quella capacità di innovare che è l’apporto tipico, sia pure non esclusivo, delle giovani generazioni in ogni contesto”.

 “Negli ultimi decenni i giovani, la famiglia e la natalità – prosegue Delle Site – sono stati rimossi dalle priorità delle politiche pubbliche e in alcuni casi addirittura dai programmi elettorali. L’Italia necessita di un welfare innovativo che, in una alleanza fra pubblico e privato, si prenda cura anche della vita nascente e offra finalmente maggiori opportunità per i giovani. Le aziende del nostro Paese stanno già recependo questi nuovi bisogni attraverso organizzazioni più smart e un welfare aziendale in continua trasformazione, ma occorre che lo Stato riconosca il servizio pubblico che esse svolgono e svolgeranno sempre più negli anni a venire.” “Le elezioni del 25 settembre affidano a Giorgia Meloni un ampio mandato, ora – conclude il presidente dei giovani UCID – chiediamo con forza l’attuazione di alcuni dei punti chiave del suo stesso programma: sostenere la natalità, fronteggiare la crisi demografica, vincolare le politiche pubbliche ad una valutazione d’impatto generazionale. Auspichiamo che questa impostazione caratterizzi anche la messa a terra delle ingenti risorse del Pnrr, nuovo debito che ricadrà sulla nostra e sulle prossime generazioni”.

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