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20 Aprile 2024

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Draghi, un gigante che non ne può più di fare da collante a ‘certi imbecilli’

di Anna Adamo


Il Presidente della Repubblica ha respinto le dimissioni di Draghi.
Termina così, questa intensa giornata politica, con un respingimento che lascia spazio a qualsiasi scenario figlio di nessuna certezza, ma tante possibilità.
Anche questa volta, non c’è accordo tra i partiti.
C’è chi spera che la legislatura continui fino alla sua naturale scadenza e chi, invece, come la Meloni ritiene la soluzione più giusta sia quella di lasciare spazio alle elezioni anticipate e dare la parola ai cittadini.
Un po’ diverso è il pensiero di Forza Italia che, nonostante si dica pronta al voto anticipato, manda attraverso le dichiarazioni di Berlusconi, un invito a proseguire con il governo Draghi fino al 2023.
É presto per capire cosa accadrà.
C’è da attendere almeno fino a mercoledì, giorno in cui sarà la Camera a doversi esprimere circa le dimissioni del premier. Nel frattempo, però, non si può non sottolineare l’indecoroso spettacolo di cui la politica, ci ha, per l’ennesima volta, resi protagonisti.
In un paese in cui la povertà sta prendendo il sopravvento, la gente fa fatica ad arrivare a fine mese, è vergognoso che a prevalere siano gli interessi dei potenti.
E no, non si dica che stiano lavorando per il bene dell’Italia, perché è piuttosto evidente che una crisi di questo tipo all’ Italia faccia tutt’altro che bene.
Così come è evidente che un branco di imbecilli un gigante come Draghi non lo merita.
Ben vengano, quindi, le sue posizioni drastiche.
Ma, a patto che, tra un interesse personale e l’altro, non ci si dimentichi dei cittadini, i quali, vista la situazione, forse un po’ di ragione ce l’hanno, quando dicono di aver perso fiducia nella politica.
Non esiste, purtroppo, il “Governo dei Migliori”, quanto sta accadendo in queste ore ne è la dimostrazione e non esiste neanche il Governo dei Peggiori.
L’unico Governo che ha ragione di esistere e di cui avremmo realmente bisogno, è quello ’legittimato’ dai cittadini.
Si lasci, almeno una volta, loro la parola, come è giusto che sia.

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