Home In evidenza

Mancini ricorda l’11 luglio 2021 a Wembley

LONDON, ENGLAND - JULY 11: Coach Roberto Mancini of Italy celebrates with The Henri Delaunay Trophy following his team's victory in the UEFA Euro 2020 Championship Final between Italy and England at Wembley Stadium on July 11, 2021 in London, England. (Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Era l’11 luglio 2021 a Wembley, quando l’Italia vinse il suo 2° titolo agli Europei a distanza di 53 anni dalla prima storica volta. Una serata indimenticabile per il calcio azzurro, 3-2 finale ai rigori contro l’Inghilterra padrona di casa per festeggiare un trionfo straordinario. Esattamente a un anno di distanza, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il commissario tecnico Roberto Mancini è tornato su quell’impresa: “Un miracolo lo abbiamo fatto di sicuro, ma dietro quella vittoria c’era stato un percorso di tre anni e mezzo giocati alla grande. Il patrimonio che ci ha fatto vincere è stato e resta il gioco”. Passato e presente nella testa del ‘Mancio’ che confida: “Da quando sono CT ho sempre avuto un obiettivo: vincere Europeo e Mondiale. Un anno fa mi dicevo: ‘Ne vinciamo uno dietro l’altro’. Pensavo a questo Mondiale, che non potrà esserlo. Ma continuo a pensare che ne vinceremo uno”. Dalla gioia più grande alla delusione mondiale, mancata qualificazione che aveva messo in dubbio il futuro di Mancini sulla panchina della Nazionale: “Sono stato tentato di lasciare, mi sono trovato in una situazione molto difficile. Balotelli? Avrei potuto chiamarlo contro Svizzera e Irlanda del Nord: avevamo dieci infortunati, fra cui Immobile. Ma gli errori si fanno sempre, anche quando le cose vanno bene”. A proposito di quella decisiva gara di qualificazione all’Olimpico, Roberto si è detto sorpreso dell’errore su rigore di Jorginho (“Ero sicuro segnasse”), ma le porte della Nazionale non sono chiuse né per lui né per Immobile: “Ciro non mi ha mai detto che non verrà più. Stesso discorso per Jorginho, un giocatore fondamentale”. L’intervista della Gazzetta dello Sport analizza anche il cammino della nuova Italia: “A giugno è ripartita una squadra – ha detto Mancini -, priva dei cardini del gruppo dell’Europeo ma ci saranno ancora. E le batoste contro Argentina e Germania le avevo messe in preventivo: serve concentrazione da quando sei nello spogliatoio, non solo in campo”. Per risolvere il problema del gol si potrebbe anche cambiare tipo di gioco, ma a proposito dei singoli non mancano i consigli del CT: “A Scamacca (vicino al Psg, ndr) consiglio di giocare all’estero, aiuta a crescere. Lui deve solo mettere qualcosa di più nel carattere. Gnonto? È importante che giochi, molto più che dove. Scalvini a quell’età lo vedo fenomenale. E Zaniolo non può perdere ancora tempo e occasioni, deve capire la fortuna che ha con tutta quella qualità”. 

Exit mobile version