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Si al Manifesto del centrodestra. Sia aperto alle novità ed al riformismo

E’ una buona idea quella di Amedeo Labocetta. LEGGI Al centrodestra italiano serve un nuovo progetto culturale, una comune base valoriare che possa cementare le esperienze dei partiti e determinare le basi sulle quali costruire una concreta proposta di governo. Forte, credibile, unitaria.

Non basta crescere nei sondaggi per governare un Paese, non basta arrivare più avanti alle elezioni (questa è però anomalia italiana), serve qualcosa in più.

Serve avere un progetto culturale, una visione comune. Serve confrontarsi, senza paure, oltre i perimenti dei partiti. Serve convincersi, ed è la sfida più grande, di percorsi così senza pensare che sia esercizio inutile.

L’idea di coinvolgere le migliori intelligenze dell’area politica di centrodestra è opzione che va nella direzione giusta e che copre un vuoto che oggi è evidente.

E’lo spirito dei Pinuccio Tatarella, della Prima Casa delle Libertà che pure contava su contributi come quelli di Lucio Colletti, di personalità come Don Gianni Baget Bozzo o dello stesso Marcella Pera. 

Si apra, dunque, il cantiere. Sia inclusivo, sia aperto ai valori della destra storica, esalti le differenze, difenda ‘battaglie antiche’, ma guardi anche alle sintesi possibili con la vocazione riformista e liberale, alle nuove energie che pure esistono nella società e che i partiti non riescono ad intercettare e leggere.

Si apra questo universo a istanze nuove. Farlo non significherà “voler piacere alla sinistra” come è capitato e capita a molti nella destra ma è interrogarsi su nuovi link. È tenere insieme mondi…è partire da quello che esiste per costruire ‘altro’.

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