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Giovani e vittime dei finti modelli di perfezione proposti dal web. Non abbassiamo la guardia

di Anna Adamo

“Le difficoltà arrivano da adulti”. È così che dicono ai giovani.
E probabilmente è vero. Ma, è altrettanto vero che essere giovani al giorno d’oggi non è affatto facile. Non è facile dover costantemente fare i conti con una società in cui l’ apparire ha ormai preso il sopravvento sull’ essere. In cui si è inevitabilmente in pasto ad un’ esposizione mediatica che può rivelarsi deleteria, se non vi si presta la giusta attenzione.
Che poi, anche prestare la giusta attenzione a certi avvenimenti non è mica facile!
Il web è un po’ come un’ aspirapolvere, ci succhia via ancor prima che ce ne accorgiamo.
E ci mette lì, dinanzi ai leoni pronti a sbranarci senza pietà, come se non fossimo persone e non avessimo un cuore, dei sentimenti. Ed eccolo che arriva, quindi, il confronto con gli altri. Il confronto con una perfezione che non esiste, ma che vogliamo a tutti costi raggiungere. Perché, purtroppo, è così che funziona: se non si è al passo con i tempi, se non si prova almeno ad imitarla, quella perfezione, si è fuori dal mondo.
La situazione, con il passare del tempo, diventa sempre più seria, per questa ragione una riflessione non può non essere fatta. É necessaria, per riportarli a contatto con la realtà, i giovani. Per far capire loro che la vita è una questione di scelte e che la maggior parte delle volte queste ultime non coincidono con quello che abbiamo sempre immaginato e soprattutto con quello che gli altri vorrebbero per noi. Per far capire loro che la cosa peggiore che possa accadere nella vita non è non essere come gli altri, ma sforzarsi di essere come gli altri e rischiare di perdere se stessi.
Ben venga l’ esistenza del web, dei social, sia chiaro che nessuno è qui per condannarli.
Del resto, dobbiamo ammettere che, in alcuni contesti, siano fondamentali. Basti pensare ai tempi del primo lockdown e al fatto che se questi ultimi non fossero esistiti non avremmo saputo come trascorrere gran parte delle nostre giornate, come continuare a lavorare.


Il problema, è l’ utilizzo, che se ne fa del web e dei social.
É l’utilizzo, la maggior parte delle volte errato, che ne fanno soprattutto i giovani.
Ecco, perché è importante parlarne.
Perché, è importante far si che loro lo capiscano. Ebbene si, è importante far si capiscano che i social e il web siano una parte della vita e non la vita stessa. Che oltre gli schermi dei cellulari c’è altro.
Ci sono i sentimenti, i rapporti umani, quelli veri. Quelli da coltivare giorno dopo giorno, tenendo alle persone la mano mentre le si guardano negli occhi.


Perché non esiste cosa più bella. Non esiste cosa più vera del viversele in tutta la loro imperfezione, tenendole accanto, le persone e non guardandole attraverso uno schermo.
Si, perché alla fine, è questo quello che conta, saper cogliere le imperfezioni dietro questi finti modelli di perfezione che continuamente ci propongono e abbracciarle, come fossero la cosa più perfetta del mondo. Ed è questo che bisognerebbe condividere sul web e sui social, la capacità di esporsi nonostante le imperfezioni e la consapevolezza di non essere come tutti. Del resto,siamo giovani, non perfetti. É da qui che dobbiamo ricominciare.
Dal far si che l’ essere sia più importante dell’apparire.


E dobbiamo farlo ora, prima che i finti modelli di perfezione ai quali siamo abituati ci portino via una delle cose più preziose che possediamo, ossia la nostra autenticità, in cambio di qualcosa di così effimero, quale è, appunto, la perfezione che, piaccia o no, con la realtà ha ben poco a che fare.

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