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19 Aprile 2024

Chi siamo

La fine dello Stato d’emergenza ma non della pandemia che ci costringe a vivere tra libertà e paura

di Anna Adamo


Le persone libere si riconoscono subito. Gliela si legge negli occhi, la predisposizione alla libertà. Parlano poco, ma sorridono tanto. E in quei sorrisi, é nascosta tutta la forza del mondo. Quella che ha fatto si riuscissero a rialzarsi dopo ogni caduta.
Quella che oggi permette loro di fare quello che ritengono giusto.
E non importa se giusto lo sia davvero oppure no, loro lo fanno lo stesso, perché sono persone libere. E chi è libero per davvero non accetta i dettami di nessuno, non dopo averli accettati per quasi tutta la vita ed essersi finalmente resi conto del fatto che nulla sia più importante della libertà di scegliere quello che si ritiene opportuno per sé stessi.
Ciononostante, c’è una verità che non può essere omessa, perché essere una persona libera al giorno d’oggi è croce e delizia.
Forse più croce che delizia.

La pandemia


Basti pensare alla Pandemia, al fatto che sia finito lo Stato d’Emergenza, ma non quest’ultima. Al senso di libertà a metà che questa situazione ci mette di fronte.
Si, perché non è mica facile essere liberi a metà, per chi ha reso la libertà il proprio punto di forza? Non è mica facile doversi dividere tra libertà e paura?
Ebbene si, per chi libero lo è davvero non è facile fare i conti con la paura, con l’incertezza data dal non sapere cosa accadrà, dal chiedersi costantemente se sia stato giusto allentare le restrizioni o sarebbe stato meglio attendere ancora del tempo.
No, non si dica che siamo liberi e che in realtà questi siano pensieri di chi ha lasciato che la paura prendesse il sopravvento, perché non è così.
Perché, anche se a fatica, abbiamo il dovere di ammettere che non siamo liberi del tutto, non come avremmo voluto essere, non come lo abbiamo immaginato nel corso di questi anni di pandemia. E non lo saremo fino a quando le mascherine copriranno i nostri volti nei luoghi affollati o al chiuso. Non lo saremo fino a quando il Green Pass occuperà un posto sui nostri cellulari. Fino a quando ci preoccuperemo di dover fare un tampone prima di tornare a casa dopo un viaggio. Fino a quando ci chiederemo cosa accadrà ora che lo Stato d’emergenza è finito, ma non è finita la pandemia.


Le cose che non cambiano

É inutile girarci intorno, la situazione è questa e nessuno può cambiarla.
Nessuno può dirci cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, mandando via questo senso di incertezza che fa da padrone nelle nostre vite. Eppure, noi il dovere di ricominciare lo abbiamo. Lo abbiamo nonostante tutti i nonostante.
E chissà se non risiede proprio nell’ incertezza, la libertà che tanto cerchiamo.
Del resto, è così che funziona: siamo incerti, ma non prigionieri, quindi, liberi di scoprire quello che accadrà. E probabilmente è questa la chiave di tutto, è questa la vera libertà: lasciare che l’incertezza ci guidi verso un nuovo inizio di cui ancora non conosciamo le caratteristiche.

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