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L’Ucraina è in Europa. Ci tocca riflettere ed agire  

di Antonluca Cuoco

Petro è un mio giovane collega che vive in provincia di Salerno con la mamma da quando aveva 7 anni.

La mamma è ucraina, di Leopoli. Il babbo è russo e vive in Russia.

La nonna di Petro è, da 2 giorni, bloccata in Ucraina (doveva tornare in Italia ma non è più possibile). Da lei e dal resto della famiglia riceve racconti dell’invasione criminale russa.

Petro è una persona mite, gentile, educatissimo e gran lavoratore. Forse per pudore evita di parlare di politica ma quando mi sente commentare con gli altri colleghi chi sia il macellaio di nome Putin è il primo a dire “esatto, è così”.

Il buongiorno di questa mattina in ufficio è stato ancor più duro di ieri. Noi non valiamo nulla se non capiamo il valore delle libertà di cui godiamo. E se scordiamo quanti ucraini vivono e lavorano con noi, quanti si prendono cura delle nostre famiglie e fanno parte delle nostre vite da tanti anni, restiamo dei miserabili.

Gli ucraini sono europei e stanno affrontando il mostro liberticida che oggi si chiama Putin. 

Nella sproporzione di forze dovremmo aiutare e supportare in ogni modo la resistenza ucraina ed accogliere chi vorrà venire, perchè non ha più una casa ed una vita. Ed da loro ascoltare le drammatiche vicende che gli hanno distrutto l’esistenza ed imparare ancora una volta il valore di vivere in democrazie liberali.

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