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“Fonderie Pisano, un problema che nessuno vuole affrontare con serietà” 

di Donato D’Aiuto

La puntata delle Iene dello scorso 9 febbraio ha riportato sotto i riflettori la vicenda delle Fonderie Pisano, dandole la ribalta nazionale che potrebbe contribuire alla risoluzione di questo annoso problema.

Il tutto parte dalla relazione finale dello studio SPES (Studio di Esposizione nella Popolazione Suscettibile) presentata lo scorso 8 aprile 2021 dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (IZSM) nella quale “è stato dimostrato che la popolazione che vive all’interno di un raggio di 3 chilometri dalleFonderie Pisano ha accumulato nel sangue la presenza di alcune sostanze tossiche quali il mercurio, il cadmio e le diossine”.

La relazione dell’IZSM ha soltanto dato – ove mai ce ne fosse stato bisogno – maggiore peso e consistenza ai timori che già da tempo si avevano ma ciò che colpisce, ancora una volta, è l’approccio sbagliato della politica, a volte silente e a volte fuori tema.

Michele Cammarano, Consigliere Regionale del Movimento 5 Stelle, e Federico Conte, Deputato di LEU, sono concordi nel dire che “l’area di Buccinonon può essere destinata a ospitare il nuovo stabilimento delle Fonderie Pisano”.

Benissimo.

E diciamo anche che i due abbiano ragione. Ma quindi la soluzione proposta quale sarebbe?

Salerno è una città che non produce più nulla. È una città che acquista e rivende, tanto che la zona industriale è diventata anch’essa – pian piano – una zona commerciale.

Il “problema Fonderie Pisano” va affrontato in modo diverso e ben più ampio e l’attuale classe politica sta soltanto rimandando una discussione che non è in grado di sostenere.

Salerno ha bisogno di una nuova zona industriale. Il rilancio della città non passa dalla chiusura di qualsiasi tipo di attività industriale ma dall’individuazione di una nuova zona industriale e dalla verifica costante – cosa che dovrebbe essere scontata ma fa sempre bene ribadirla – sulla sicurezza degli impianti.

La “chiusura totale” non è mai una soluzione ma è soltanto l’extrema ratio.

Serve una visione d’insieme. Serve saper analizzare il presente proiettandosi al futuro.

È questo quello che dovrebbe fare la buona politica.

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