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24 Aprile 2024

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“Quirinale? Sarà il primo Presidente eletto alla Sibilla Cumana”. Parla Rino Formica 

“Tra qualche settimana compirò novantacinque anni, dal 1943 ho seguito tutte le fasi ascendenti e discendenti della nostra vita democratica, ma una confusione così credo di non averla mai vista”. Lo dice l’ex ministro socialista Rino Formica in una intervista a Repubblica. “C’è una rappresentazione teatrale dell’avvenimento. Nella recitazione l’irreale viene reso reale grazie alla capacità degli attori. Qui però gli attori stanno in scena senza sapere in che direzione andare. Il finale è aperto alle conclusioni degli spettatori. Siamo alla Sibilla Cumana”, “difficile interpretare il pensiero di mille figli di nessuno. 

“Ognuno di loro sta all’interno di un gruppo per convenienza di recitazione, ma è pronto a tradire nel segreto dell’urna, i leader – dice – non governano i gruppi. Nessuno degli attori, neanche il più smaliziato, riesce a capire dove trovare i 505 voti necessari alla quarta votazione”. 

E suo Berlusconi, aggiunge, “resta il più teatrante di tutti. E credo che stia meditando un colpo di scena, un gesto vendicativo, che miri a sciogliere, a saponificare: dopo di me il diluvio”, “destrutturare l’elezione. Intanto ha cominciato nel suo campo. Con il comunicato di sabato intendeva isolare Giorgia Meloni, più che dire della sua rinuncia”, “la ritiene una infedele, foriera di franchi tiratori. Meloni vuole Draghi al Colle, perché sa che poi quasi sicuramente si andrà a votare. Non è il disegno di Berlusconi” che vuole “far dire alla sinistra che Draghi è il loro candidato. Ed è così, in effetti. I voti principali li ha lì”. 

Sull’ipotesi Draghi e sul probabile voto anticipato”Mi pare pacifico. Magari trovano un altro premier. Ma dura due mesi”. E di Draghi dice: “Ho paura di un presidente della Repubblica che non viene da una collaudata esperienza di difesa delle istituzioni parlamentari e politiche, un Capo dello Stato senza ideologia, né vincoli di appartenenza…uno così poi sarà costretto fare il suo partito, e allora avremo le istituzioni che si fanno partito, come sta avvenendo già nelle Regioni, con i partiti dei governatori”. 

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