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“Nude allo specchio”, ecco Marcella Loffredo, l’imprenditrice del lusso che sogna una Clinica per disabili

Di Felice Massimo De Falco

Marcella ha 38 anni, mamma di tre bambini, ha vissuto sempre a Napoli fin quando non si è trasferita prima a Milano e poi a Lugano, dove ha aperto un beauty-farm di lusso e vendita di immobiliare luxury. Dopo aver conosciuto l’ex compagno, torna a Napoli ed apre una villa per ricevimenti per 14 anni. È stata la pioniera a Napoli di questo settore, importando dal Nord concetti innovativi, così come nel settore delle feste per bambini. Diventa una delle più brave ristoratrici di Napoli. Successivamente si occupa di “calcare” in gesso le mani delle persone, sopratutto bambini, allorquando sua nonna morì e aveva bisogno del lascito delle sue mani. Il suo sogno vero è quello di aprire una Clinica per disabili che migliori la loro qualità di vita, avendo Marcella nella sua vita un ‘rapporto particolare e forte’ con una bambina albanese costretta in sedia a rotelle. Le ha dato tutto il suo amore incondizionato, portandola dai migliori luminari di malattie neurovegetative. Del caso del diritto alle cure ciolato si è occupato anche Giulio Golia delle Iene. Questo lavoro inusuale dei calchi la porta a Dubai, dove apre una galleria d’arte. Marcella “immortala dei momenti per sempre”: piedi di calciatori, bambini neonati, mani di anziani.
Adora le piante, le spezie, la cucina, passeggiare all’infinito, infatti fa le vacanze sulle Dolomiti, adora i suoi figli e vive per loro.
È separata da 3 anni. Nonostante il Covid non frena il progetto di aprire un’altra villa per ricevimenti.
Si batte strenuamente per le donne che soffrono di dipendenza affettiva, come ne ha sofferto lei: “Mio marito mi ha sfiancato, mi ha tolto tutto quello che in 14 anni ho creato. Sono andata in terapia per due anni. Per fortuna mi sono ripresa, ed ho cominciato tutto daccapo.”
Lo ripete spesso sul suo profilo Instagram: “Donne, trovate la vostra autonomia, la maggior parte di voi subisce per bisogno”.
Il suo pallino resta fondare una Clinica per disabili, dove l’intero nucleo familiare si senta accolto e coccolato.

  • Sei una delle paladine che si battono contro la “dipendenza affettiva”. Come si instaura e come se ne diventa vittime?

La dipendenza affettiva a mio avviso ha radici dall’infanzia . Si instaura conoscendo la persona con più carenze affettive di noi, la persona sbagliata,magari un narcisista o un bipolare e da li’diventa un vortice di dolore e uscirne è quasi impossibile se non si segue una terapia giusta. Si diventa vittime nel momento in cui si accetta anche solo una volta un’offesa,un maltrattamento ,uno “stai zitta che tu non conti niente e sei una fallita!”. Se accetti una volta, sei vittima per sempre! e se poi accetti 10 volte non ne parliamo. Io dicevo all’inizio della mia terapia:”mi sento come un leone in gabbia,ruggisci ma poi il domatore ti fa capire che devi stare al tuo posto,ruggisci di nuovo e ti arriva la frustata, e non puoi fare niente perché sei in una gabbia, magari il domatore stesse nella savana dicevo!” Questo è il mio paragone : il domatore è nulla vicino ad un leone nella savana mentre in una gabbia comanda lui ed è così per l ‘uomo che entra nel tuo dolore,nella tua debolezza e ne fa diventare la sua gabbia, ma fuori la gabbia non conta niente

  • Nonostante tutto, sei una imprenditrice intuitiva e rischi il tuo capitale perché ci credi. Dove trovi questo coraggio?

Diciamo che si nasce coraggiosi, difficilmente lo si diventa.
Da piccola, invece di giocare al mare, andavo in azienda di mio padre e riempivo le buste di tutto quello che trovavo e facevo le bancarelle!
Oppure facevo braccialetti con il cotone e li vendevo o torte e le vendevo con i BoyScout fuori la chiesa a Natale!
Poi diciamocela tutta: il coraggio te lo danno i figli, sono loro il mio stimolo per non fermarmi mai.

  • Il target a cui ti rivolgi è molto alto. Lugano non è Napoli. Riesci comunque a far passare la tua idea?

Io sono nata nel lusso e nel benessere,ho visto di tutto,i miei 3 mesi di vacanza, quando era il turno di mio padre erano tra Montecarlo e Milano. Non c’è lusso che non ho visto!
Conosco il lusso so cosa vogliono le persone che amano il lusso.
Diciamo che il lusso fa parte anche della mentalità di una persona. A chi piace Il bello, ama la qualità della vita.
Io credo molto nella qualità di vita e del lavoro, preferisco lavorare meno piuttosto che lavorare il doppio per lo stesso risultato ma non puoi dare assolutamente lo stesso prodotto.
La furbizia non è ben accettata dal ricco,il ricco vuole pagare ma vuole la qualità. Questione di mentalità!

  • Nella tua vita una bimba disabile a cui devi molto. Perché …?

Lume è la mia bimba che è venuta dall’Albania in uno dei tanti periodi di buio che attraversavo a causa della manipolazione del mio ex compagno. È qui con i genitori in Italia e sin dall’inizio, quando è arrivata con i fratellini, erano veramente parte della mia vita come figli, ma ad un certo punto ho dovuto fare un passo indietro perché io non ero la madre ma la “zia”(così mi chiamano ) e non potevo prendere un posto che non mi spettava. Dico sempre che non la ho adottata con le carte ma con il cuore, lei e i fratelli erano scritti nel mio destino e mi arrabbio perché non riesco a vederli tanto perché lavoro giorno e notte.
Lume mi ha cambiato la vita. Un giorno andammo a Bologna grazie a Giulio Golia che le fece un servizio poiché le era stato violato un suo diritto e io chiesi il suo aiuto (“il diritto calpestato della piccola Lume”) e io dovevo solo accompagnarla e lasciarla in ospedale con la madre (da tener conto che io odiavo gli ospedali e pensavo di non riuscire a rimanere) Lei mi guardó e mi disse quasi piangendo :”Zia non te ne andare ti prego”. Il destino volle che non c erano alberghi disponibili e dovetti rimanere in ospedale. Mi superai per non farla stare male e quei 5 giorni li furono meravigliosi,vedevo la forza dellle mamme e questi bambini paralizzati, un qualcosa di atroce da accettare !
In quei giorni conobbi il Dott Marcello Villanova e lui mi parlava della qualità di vita dei bambini disabili e così nacque per scherzo la promessa di aprire una clinica e lui mi assicurò la sua presenza ad un patto :”Marcella voglio che i miei bambini aprano le finestre e vedano il mare!”. Tornai dalla clinica e ricordo che quando entrai a casa mio figlio Fabio era piccolo e stava saltando sul letto con un pacco di patatine e non vi dico! Per la prima volta capii quanto ero fortunata!

  • Il tuo pallino appunto è quello di migliorare la vita di questi bambini e delle loro famiglie. Raccontaci nei dettagli questo progetto

Il mio progetto è quello di aprire una clinica per la qualità della vita di bambini costretti su una sedia a rotelle e per le loro madri (o chi li supporta)
Immagino giardini immensi,stalle per cavalli,pony,animali da cortile e aree giochi.
Nella clinica, voglio il massimo degli esperti per un check up completo che duri 7 giorni.
Un ristorante stellato (perché per me la cucina stellata crea delle emozioni speciali)
Un cinema. Un’orto. Voglio in sintesi che sia una settimana di “viaggio “ mentre i medici controllano vista/postura/sediolina /respirazione /denti.

  • La dipendenza affettiva superata ti ha lasciato il segno?

La dipendenza affettiva ti cambia per sempre nel momento in cui capisci quello che hai subito, ti rimane un segno indelebile ,un dolore che a volte non ha fine e si ripercuote nel presente, rendendoti a volte di pietra anche davanti ad un fascio di rose bellissimo che ti arriva a casa da qualcuno che vuole attirare la tua attenzione

  • Da frenetica imprenditrice, come giudichi il fatturato del governo Draghi?

Di politica non parlo mai e non amo commentare. La politica è per i politici! Magari un giorno trovo un politico che vuole aiutare ad aprire una clinica e a quel punto poco mi importa della sua appartenenza.
Prima o poi troverò uno più pazzo di me che mi aiuterà in questo progetto!

  • Il tuo passato sentimentale agitato ti ha fatto vedere gli uomini sotto altre lenti?

Oggi non guardo altri uomini perché ho paura, ma anche perché ho 3 figli che hanno bisogno di me al 100%. Se a me sono rimaste cicatrici così forti, figuriamoci a loro!
Gli uomini per me sono solo amici di lavoro e a volte diventa difficile perché un bel po’ di loro pensano che una donna separata abbia bisogno di un’uomo per forza.
Non nego che sogno ancora il principe azzurro!

  • L’epidemia ha piegato il settore dei ricevimenti. Come ti sei tenuta a galla?

Il settore dei ricevimenti è stato piegato ma io in quel periodo ho cominciato a dedicarmi solo ai calchi. Bisogna sempre reinventarsi.

  • L’idea dei calchi è davvero originale. Trova interesse più in Italia o a Dubai? Perché?

I calchi sono apprezzati dovunque perché riesci ad immortalare un momento per sempre,mentre in Italia si da spazio anche al corpo ad es. il corpo di una donna incinta. A Dubai bisogna spostare l’ attenzione su parti del corpo diverse come le mani.

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