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29 Marzo 2024

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Ripresa delle scuole: pareri discordanti 

di Marianna Ianniello

Oggi c’è finalmente stata la riapertura delle scuole, o almeno della maggior parte.

Tuttavia, sin da subito sono emersi pareri discordanti tra presidi, politica e scienza: da un lato la preoccupazione per il crescente numero di contagi; dall’altro il rischio di un’ulteriore emarginazione degli studenti dalla società.

Intanto, il Ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, ha motivato la scelta della riapertura affermando che la didattica a distanza provoca dei problemi alla vita della comunità.

Ad esprimersi è anche il presidente dell’associazione nazionale “Presidi”, il quale sottolinea la sua preferenza a rinviare l’apertura delle scuole di almeno due/tre settimane per raggiungere gli obiettivi prefissati.

In netto contrasto con i presidi delle scuole, arriva la dichiarazione di Andrea costa, sottosegretario alla Salute, il quale sostiene che la ripresa delle lezioni in classe è in totale sicurezza. Per avvalorare la sua tesi, fa leva sulle regole del distanziamento, sull’utilizzo delle mascherine, sul numero di personale docente vaccinato, così come i giovani alunni della fascia di età compresa fra i 12 e i 19 anni.

Il governo segue, dunque, una strada diversa: tutelare il più possibile la scuola in presenza, in quanto costituisce un luogo di crescita e presidio per la comunità.

Per il componente del Comitato Tecnico Scientifico, Fabio Ciciliano, è meglio riaprire la scuola subito per non rischiare di restare chiusi fino a febbraio. In un’intervista afferma che non ci si rende conto che la perdita di competitività che i figli avranno con i pari d’età degli altri paesi ad economia avanzata farà piombare l’Italia in una condizione di arretratezza peggiore di quella che c’era nell’epoca pre-pandemica.

Secondo Maurizio Landini e necessario mettere in campo tutte le misure di prudenza per evitare che un solo mese metta in discussione l’intero anno scolastico in presenza.

Schierati completamente dal versante opposto sono i medici: in particolare l’infettivologo Massimo Galli ha dichiarato che il rientro nelle scuole è imprudente e ingiustificato.

La riapertura condurrà ad un ulteriore stress e il valore giornaliero dei contagi continuerà a crescere fino alla fine del mese.

Anche il consulente del Ministero della Salute, nonché professore ordinario di Igiene all’Università Cattolica di Roma, Walter Ricciardi, sostiene che non si stanno prendendo delle decisioni sulla base di evidenze scientifiche e che, nonostante ciò, le scuole chiuderanno, per via di fatto, perché in seguito ai contagi in classe scatterà la didattica distanza.

Dal versante regionale, il primo a posticipare la partenza delle scuole è stato il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, il quale ha disposto per medie ed elementari didattica a distanza per tre settimane, volto a consentire una più vasta vaccinazione infantile e superare il picco di contagi previsto per il mese in corso.

Per il presidente del Veneto, Luca Zaia, la situazione è preoccupante ed invita Mario draghi a farsi rilasciare un parere dal CTS, sostenendo che l’assembramento nelle aule è inevitabile.

Anche in Basilicata la scuola non è ripartita oggi: vacanze di Natale prolungate, didattica a distanza, numerosi screening. Questi i motivi alla base della chiusura.

A non mancare è anche la voce degli studenti, stanchi del gioco di ping-pong tra presenza e didattica a distanza. I trasporti e le aule continuano ad essere sovraffollati, gli edifici non adatti per affrontare la pandemia, mascherine FFP2 non garantite nelle scuole, il sistema dei tracciamenti completamente saltato.

Arriva l’occupazione degli studenti del liceo classico di Milano, per protestare contro le politiche di governo e clima interno.

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